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Che fine ha fatto la seconda linea produttiva della Stellantis di Melfi? Industria

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Di Nino Sangerardi:

“In molti si chiedono dove è stata riallocata la seconda linea produttiva della Stellantis di Melfi smontata  da tempo. Altri si chiedono del destino del Centro di Ricerche e formazione finanziato dalla Regione Basilicata nel 2015 con quindici milioni e allocata dentro il Sito di Melfi”.

Interrogativi posti da Pietro Simonetti presidente del Cseres(centro studi e ricerche sociali).

Ci sono altre situazioni  simili avvenute nelle aree industriali lucane?

Simonetti risponde così: In effetti è accaduto come in altri casi di trasferimento di impianti finanziati con risorse pubbliche per la Basilicata e poi riciclate o trasferite al Nord oppure all’estero. Gli impianti della ex Parmalat di Atella acquisita dalla Vincenzi,   dopo la chiusura per crisi produttiva,  rimontati nel sito di Verona dove continuano a sfornare con lo stesso marchio i prodotti da forno dopo un accordo sindacale di reindustrializzazione per costruire motorini per ascensori. Progetto fallito alla fine di un corso di formazione,i lavoratori sono andati in disoccupazione. Gli impianti della Standartela nella zona industriale di Isca Pantanelle provincia di Potenza sono stati spostati in Pakistan,quelli della Its,Itm di Tito e della Abl di Balvano venduti dai curatori fallimentari per pochi soldi ad aziende del nord e Svizzere. Tutto senza colpo ferire e con  la vigile attenzione del Dipartimento Sviluppo della Regione

E dunque la questione Stellantis.

Il caso Stellantis è  da manuale: si elimina una linea di produzione senza che il grosso delle parti sociali intervenga per bloccare l’operazione. Non solo,vengono sottoscritti intese,senza il sindacato  Fiom,che definiscono i parametri degli incentivi per gli esodi volontari che al momento avrebbero superato le 2500 unità. A Melfi si sostiene che il grosso della linea si stata rimontata in siti Stellantis fuori Europa,pare in Turchia. Sarebbe interessante che i dirigenti del Dipartimento Sviluppo della Regione,che sono di casa nello stabilimento di Melfi per inaugurazione di nuovi modelli o visite di cortesia rispondessero alla domanda:dove sono stati rimontati i pezzi della linea tolta a Melfi?

Altro capitolo da affrontare: che fine ha fatto il Centro di Ricerche e formazione finanziato  dalla Regione a convenzione scaduta? La Regione ha provveduto alla presa in carico della proprietà o il sito e’ rimasto inutilizzato?

Nella fase dei pentimenti di quanti non hanno lottato contro il declino e lo smantellamento dello stabilimento di Melfi e delle altre situazioni di spostamento di impianti dalla Basilicata sarebbe utile che il Dipartimento regionale, dove  è stato sottoscritto il contratto di reindustrializzazione della ex Firema di Tito, dica qualcosa sull’esito della stessa ed il destino dei lavoratori e impianti da riutilizzare.


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