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Puglia, agricoltura: la sentenza del Tar boccia la graduatoria Psr sugli investimenti Piano di sviluppo rurale, che storia infelice

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Esclusi, dal ricalcolo, gli oltre duemila che erano già stati esclusi in prima battuta. E il ricalcolo della graduatoria, fatto su 652 istanze, rielaborato dopo alcune opposizioni, è stato sbagliato. In sintesi è questa la motivazione per cui il tribunale amministrativo regionale di Bari ha annullato la graduatoria della sottomisura 4.1.A del piano di sviluppo rurale (Psr) varato dalla Regione Puglia.

La sottomisura 4.1.A, con dotazione di 182 milioni di euro, è fra le più corpose del Psr e riguarda gli investimenti delle aziende. Le opposizioni si sono scagliate contro Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia che ha in sé anche la delega all’Agricoltura. Proprio chi si dimise da assessore all’Agricoltura in contrasto con il.governatore è Leonardo Di Gioia che parla di Regione ora impreparata a gestire, senza un piano alternativo, gli effetti di questa sentenza. Il problema riguarda 3212 aziende agricole. Raffaele Fitto e Fratelli d’Italia fortemente critici nei confronti del presidente al quale il capogruppo regionale Noi comn l’Italia-Fdi, Ignazio Zullo, chiede di metterci la faccia senza mandare in avanscoperta tecnici regionali a cercare di spiegare la situazione. Molto critici dal gruppo M5S dove si ritengono inascoltati nell’avere messo in guardia da procedure sbagliate. Forza Italia parla di sonora bocciatura per Emiliano. Il senatore Dario Stefàno (era assessore all’Agricoltura della giunta-Vendola) ritiene Emiliano colto da sindrome di Aristotele, quella di pretendere di avere sempre ragione: e questo è il risultato, secondo Stefàno.

Confagricoltura Puglia ricorda che il Psr lamenta, complessivamente, ritardi preoccupanti e che ancora manca di spendere 1,1 miliardi di euro della dotazione.

Il capo del dipartimento delle Politiche agricole, Nardone, dice in sostanza che la graduatoria era stata stilata sulla base dei pronunciamenti proprio del Tar e che per le aziende già destinatarie dei soldi per gli investimenti non c’è alcuna preoccupazione.

Di certo c’è che il piano di sviluppo rurale della Puglia, da anni, è sembrato come un’occasione che si andava perdendo, come vicenda complicatissima e mostruosamente burocratica, fatta di polemiche e contenziosi quasi più che operatività. È sembrato, qui. Magari non è vero. La sentenza del Tar, però, non è che vada ad alimentare convinzioni tanto diverse.


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