Di seguito il comunicato:
In questi anni i più avanzati studi pedagogici hanno portato grandi cambiamenti nelle metodologie didattiche da utilizzare in ambito scolastico in modo trasversale sia per disciplina che per corso di studi.
Tra le nuove metodologie riveste un ruolo fondamentale il learning by doing ovvero imparare mediante il fare, approccio teorizzato dal pedagogista John Dewey che considera l’esperienza un fattore abilitante per l’apprendimento. Ciò non solo è valido in ambito scolastico ma anche in diversi contesti lavorativi.
All’istituto Augusto Righi di Taranto, guidato dalla Dott.ssa Iole De Marco, si punta ad una didattica coinvolgente ed innovativa. La docente Veronica Poggi ha affiancato per la prima volta la tecnica origami allo studio della Fisica, disciplina che da sempre risulta ostica agli studenti. In particolare il doing teorizzato da John Dewey si è concretizzato nella realizzazione di modelli origami quali la carta di Miura: si tratta di una tecnica di piega che utilizza un foglio rettangolare come base di partenza ed oggi risulta utilissimo per portare in orbita grandi pannelli solari. La carta di Miura consente di minimizzare lo spazio occupato dai pannelli facilitandone il trasporto, a beneficio ad esempio del nuovo telescopio James Webb o della stessa stazione spaziale internazionale ISS.
Lo studio effettuato al Righi ha visto impegnati i ragazzi della terza liceo scientifico ad indirizzo sportivo in un’attività di gruppo con interessanti collegamenti tra la fisica e le più attuali applicazioni in ambito spaziale. I ragazzi hanno affrontato le pieghe collaborando tra pari ma senza avere conoscenze pregresse in questo ambito. I risultati sono stati ottimi!
Il lavoro è stato sintetizzato in un poster ed esposto al sesto Congresso nazionale Origami e didattiche educative che si è svolto a Pisa dal 31 marzo al 2 aprile. Il congresso è stato ideato e realizzato dal Centro Diffusione Origami, associazione nazionale che da anni incoraggia la diffusione dell’arte delle pieghe in Italia. Il lavoro proposto ha un carattere originale poiché vede per la prima volta l’intreccio della disciplina con la tecnica origami.
Ma cosa aggiunge la tecnica origami alla didattica tradizionale?
“I benefici sono molteplici e noti ormai da tempo: rilassamento della persona e sviluppo della sua capacità di concentrazione, memorizzazione delle fasi di realizzazione ma anche sviluppo della capacità di comunicazione tra pari, offre la possibilità di inserirsi in un gruppo secondo la propria predisposizione” – afferma la prof.ssa Poggi.
“La tecnica origami di tradizione giapponese trova da molti anni applicazione nello studio della geometria in diverse scuole in Italia: per questo ringrazio il Centro Diffusione Origami che fornisce spunti didattici interessanti. La tecnica risulta utilissima per lo studio delle simmetrie e delle rotazioni, per la realizzazione e lo studio dei solidi platonici e delle figure bidimensionali ma ancora è poco applicata nella meccanica classica. Il nostro obiettivo è quello di utilizzare gli origami anche in fisica, ad esempio per analizzare in futuro ulteriori possibili applicazioni spaziali ma soprattutto in ambito sportivo di studiare l’equilibrio dei corpi” – conclude la docente.