Di Michele Vigilante:
Intervento chirurgico a elevato coefficiente di difficoltà eseguito da specialisti degli Ospedali riuniti di Foggia. Il paziente affetto da un angioma cavernoso cerebrale benigno che gli procurava crisi epilettiche e disturbi del linguaggio è stato operato da sveglio. «Con l’avvento dei nuovi farmaci anestetici e il perfezionamento delle tecniche», la awake surgery, «unita alla mappatura della corteccia cerebrale, continua a spingere le frontiere della neurochirurgia sempre più avanti, aiutata anche dai progressi fatti nelle tecniche di imaging, tra cui la risonanza magnetica funzionale», commenta la Direzione generale della struttura sanitaria della Capitanata.
L’operazione è stata eseguita dal responsabile della Struttura complessa di Neurochirurgia, Antonio Colamaria (foto), con la collaborazione degli anestesisti Paolo Pugliese e Lucia Mirabella; del neuropsicologo Antonio Petrone e dell’epilettologo Giuseppe D’Orsi e lo staff anestesiologico della Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo. «Con questa metodica, si sono notevolmente ridotti i rischi di sequele neurologiche, come i disturbi del linguaggio o del movimento, passando dal 10% al 2%-spiega Colamaria-. Si evitano, inoltre, lo stress e i problemi dell’anestesia generale per cui il paziente è in grado di rialzarsi autonomamente già il giorno successivo all’intervento. Fondamentale è la collaborazione tra specialisti di diverse branche e pertanto la creazione di un team multidisciplinare dedicato a questo tipo di chirurgia».
Il Policlinico di Foggia «è diventato un centro di eccellenza per il trattamento delle patologie neurochirurgiche, raggiungendo risultati importanti grazie alla cooperazione di un team altamente preparato–afferma il direttore generale Vitangelo Dattoli-. La tecnica awake surgery è solo una delle ultime metodiche introdotte presso la nostra struttura, con la finalità di rendere più sicuro il trattamento della patologia oncologica cerebrale. Sono in uso presso la nostra Azienda le ultime tecnologie neurochirurgiche come il microscopio operatorio robotizzato e il neuronavigatore che hanno migliorato notevolmente la qualità di vita dei pazienti».