Enzo Massari, presidente del comitato “La voce dell’ulivo”, in una dichiarazione all’Adnkronos: “Noi siamo olivicoltori e vogliamo continuare a praticare ciò che ci è stato tramandato, con queste imposizioni non potremo più farlo. Gli aiuti possono dare un po’ di ristoro a fronte della mancata produzione ma non garantiscono il nostro futuro che è fortemente a rischio. Il divieto di reimpianto è una misura drastica che è stata imposta in tutta Europa solo al Salento, per questo valuteremo un possibile ricorso insieme ai legali ed approfondire la questione”.
La commissione fitosanitaria per la salute delle piante dell’Unione europea danneggia gravemente gli olivicoltori, a loro parere.
”Da nessuna altra parte è stato introdotto il divieto di reimpianto in presenza di agenti patogeni da quarantena. Soltanto in Salento ciò è avvenuto, è iniquo. Questo divieto ci penalizza molto perché stiamo assistendo al disseccamento delle piante di cui rimangono solo gli scheletri. Ci deve essere data la possibilità di piantare delle specie che stanno dimostrando resistenza alla xylella, ci sono piante di leccino messe a dimora prima dell’infezione che sono ancora sane. Per questo chiediamo che venga creata una grande area di sperimentazione dove reimpiantare e continuare il monitoraggio sulla resistenza”.
Produzione olivicola in calo e prospettive di peggiorata, secondo gli olivicoltori, con i divieti. ”Non avere la libertà di piantare gli ulivi significa condannare a morte il territorio”,