Un cittadino contatta la nostra redazione per lamentare che, nella nuova versione della (tuttora) ipotetica strada Martina Franca-Alberobello, ci sono delle ingiustizie. Ad esempio: perché le due querce di cui è proprietario quello là, devono essere salvate e il mio cedro deve andare giù? Si salvi anche quello. Questa, l’origine della contestazione, alla quale fa seguito il rilievo opportuno riguardante la realizzazione di una pista ciclabile, altri due metri e mezzo di larghezza, per alcuni chilometri di lunghezza, per finire, tutto, a un incrocio. Poi che fanno i ciclisti, tornano indietro e poi ricominciano e poi ritornano indietro? Insomma, questo progetto di allargamento della sede stradale, rivisto anche di recente, non piace. Anche perché, viene detto, una strada più larga, nel modo in cui lo si ipotizza, vedrai tu che invito ad andare veloci. Su una strada che invece è quella incuneatasi nella valle d’Itria, nel paesaggio, nel verde. Un tracciato che abbisognerebbe di un’aggiustata sì: non di quella roba che si va progettando. Va ricordato che della strada provinciale Martina Franca-Alberobello si parla, fra proteste sin dall’origine (fra cui quella di chi scrive) perché non sia deturpato l’ambiente, sin dalla fine degli anni Ottanta. Ovvero, da una trentina di anni. Ma c’è evidentemente chi si è messo in testa che si debba fare per forza e anche le proteste degli ambientalisti, dei decenni addietro, sembrano essere sparite. Da antologia vedere il tono amichevole della discussione fra il progettista e chi, fino a qualche mese fa, occupava posti nell’amministrazione pubblica di Martina Franca, dopo avere fatto fuoco e fiamme nei confronti di quel progettista, appunto, decenni fa.
Va be’, vediamo queste carte che vi hanno inviato dalla Provincia di Taranto, diciamo al cittadino. Ecco con quale precisione è fatta la revisione del programma di intervento: san Giovani. Chiediamo al cittadino: ma avete una contrada san Giovani? Macché, è san Giovanni, facciamo pure la festa. Ecco: andiamo bene. Poi, trovare scritto Martina Franca al posto di Alberobello e viceversa (anche se quel “da” nel mezzo si presta a interpretazioni: ma scritte così, sono proprio al contrario di dove devono) la dice tutta sull’attenzione prestata nel fare le cose per un progetto da milioni di euro, progetto di opera pubblica. E san Giovani, poi, non ammette repliche. Che superficialità. Ma vedrete, sapranno tirare fuori la consueta pezza a colori dicendo che sono le solite polemiche e bla bla bla e magari si inventeranno che san Giovani esiste perché c’è pure san Vecchi.