Di seguito un comunicato diffuso dai responsabili di Heroes, presentato alla libreria Laterza di Bari:
La partecipazione in ATS della cooperativa teatrale Crest e dell’associazione culturale Tra il dire e il fare costituisce un unicum regionale, dal momento che due realtà – dislocate su territori differenti e non adiacenti – lavorano per un progetto culturale unitario per rafforzarne la capacità produttiva, le potenzialità rispetto alla distribuzione, alla formazione, alle attività legate ai rispettivi attrattori, con azioni coerenti ad una mission comune: liberare le periferie da una connotazione secondaria nel panorama regionale e nazionale, ponendosi come modello innovativo di politiche culturali sostenibili nel lungo periodo.
L’ATS, infatti, condivide l’appartenenza a territori marginali nel contesto regionale e nazionale: Taranto vive sotto lo scacco perenne dell’ILVA; Ruvo di Puglia sconta una posizione periferica nell’area metropolitana di Bari e nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia. A fronte di questo, entrambe le città custodiscono un patrimonio storico-archeologico di notevole rilievo, unico nel panorama italiano, museo diffuso che ci racconta di un passato ricco ed importante: esempio non marginale è il passaggio della via Appia e della via Traiana nelle due città, testimonianza di una centralità economica e culturale nel periodo magnogreco e romano. Un passato che attraverso il MArTA di Taranto e il Museo Jatta di Ruvo di Puglia, il parco archeologico tarantino, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, i centri storici ricchi di attrattori storico-artistici, potrebbe rivivere riconnettendosi alla contemporaneità, ritessendo quel filo con le nuove identità, che nel mare magnum della globalizzazione e del digitale sembra quasi scomparire.
Come esortava Petrarca “con lo sguardo rivolto contemporaneamente avanti e indietro (simul ante retroque prospiciens)”, avviamo già in fase di prologo una riflessione sui legami che connettono tra loro tanto epoche quanto individui, in un incessante passaggio del testimone da padri a figli, da maestri ad allievi, dal passato al futuro, affinché l’importante patrimonio storico-archeologico diventi un capitale da far fruttare e non già un patrimonio inerte da custodire; una tradizione in cui riconoscersi e non un canone cui adeguarsi per sovrapporre strategie di brand e marketing; un valore da vivere e conquistare e non un feticcio da omaggiare. Intendiamo farlo soprattutto con il teatro, che, nel suo etimo “theaomai”, ricorda come il guardare degli antichi spettatori greci non fosse una visione passiva, ma uno strumento di riflessione e un momento attivo della vita della comunità civile. È questo tipo di sguardo che intendiamo recuperare attraverso le azioni del nostro progetto: prossimità e distanza, tradizione e innovazione per rendere visibili non solo le discontinuità ma anche gli elementi di connessione fra l’eredità culturale del passato e la ricerca contemporanea.
Mito e parola, eroi e narrazione. Da qui parte il progetto che vede intrecciarsi nel prologo spettacoli, reading, laboratori che spaziano dalle opere cardine della cultura greca – Iliade ed Odissea – e dei suoi eroi ad una drammaturgia contemporanea che sempre riflette sulla natura degli eroi. Si propone anche uno sguardo rivolto avanti e indietro sull’arte del teatro, dal cuntista all’attore, dalla parola parlata alla parola agita e infine la parola scritta. Sarà una splendida occasione per incontrare un maestro e artista come Mimmo Cuticchio, unico vero cuntista, per riflettere sull’arte del narrare con Marco Baliani, il primo a dare dignità teatrale alla narrazione, per esplorare e conoscere un pubblico nuovo allargando l’orizzonte dal teatro al museo con Giorgio Testa, l’antesignano in Italia dei progetti di promozione e formazione del pubblico, per farsi emozionare dalla lettura dei due poemi che a scuola non ci hanno mai emozionato, grazie a Teresa Ludovico, Anna Ferruzzo e Massimo Wertmuller, artisti al servizio della parola scritta, per ritrovare i nostri miti del rock cantando a fior di bocca con Ippolito Chiarello, maestro in una affabulazione sempre straniante e divertente, per riconoscersi come eroi del quotidiano e sorridere di ..noi con la lucidità e l’energia degli attori di Òyes.