A mezzogiorno ha lasciato il Quirinale. Pochi minuti dopo, nel rione Monti, ha varcato il portone di casa.
Alle 10 meno dieci minuti è stata ammainata la bandiera del presidente. Dunque, Giorgio Napolitano lascia ila presidenza.
Giorgio Napolitano si è dimesso. Com’era previsto da settimane, ha firmato oggialle 10,35 i quattro documenti che formalizzano le dimissioni annunciate al Paese nel discorso di fine anno. Qursto il comunicato ufficiale della presidenza della Repubblica: “Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato questa mattina, alle ore 10.35, l’atto di dimissioni dalla carica. Il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, sta provvedendo a darne ufficiale comunicazione ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e al Presidente del Consiglio dei Ministri”.
I documenti: il primo, un paio di righe, rappresenta proprio le dimissioni, immediatamente efficaci e irrevocabili. Il secondo e il terzo vanno ai presidenti delle Camere. Il quarto al presidente del Consiglio.
Quindi il segretario della presidenza della Repubblica, Donato Marra, si mette in macchina, va a fare il giro delle suddette presidenze e consegna, per le vie brevi, le dimissioni del capo dello Stato. La procedura si completa con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, su incarico del governo, delle dimissioni.
Ora l’Italia è senza presidente della Repubblica e le funzioni di capo dello Stato vengono svolte dal presidente del Senato, Pietro Grasso (e al Senato in questo periodo, presiederà Valeria Fedeli, vicepresidente più suffragata) a palazzo Giustiniani, sala della Costituzione. In questo periodo la presidenza della Repubblica italiana è lì.
Il presidente dell’altro ramo del parlamento, Laura Boldrini (Camera) ha convocato per il 29 gennaio alle 15 la prima votazione a Camere riunite per eleggere il successore di Napolitano. Intanto Laura Boldrini ha scritto una lettera di risposta alle dimissioni del capo dello Stato (immagine a sinistra, cliccare per ingrandire).
Eletto la prima volta il 10 maggio 2006, dunque, Giorgio Napolitano lascia dopo 3171 giorni. In realtà era già intenzionato a farlo dopo la conclusione del primo mandato ma il 20 aprile di due anni fa si rese necessaria la sua rielezione perché non si trovava un accordo su alcun candidato, culmine di una situazione politico-istituzionale complicata come non mai. In questo senso Napolitano è già nella storia come primo presidente della Repubblica rieletto. Adesso, verificato che i limiti dell’età iniziano a essere limiti importanti e che qualcosa sul piano delle riforme sembra avviarsi, ha deciso di tornare a casa, nel rione Monti di Roma dove lo aspettano i suoi vicini di casa, gli abitanti del quartiere, che gli hanno anche preparato una festa di bentornato. Da oggi. E anche per la signora Clio e per lui, il presidente ora emerito, è un bel ritorno a casa.
Presidente emerito, appunto. Per Giorgio Napolitano, l’ufficio a palazzo Giustiniani che fu di Oscar Luigi Scalfaro. E da presidente emerito, dunque senatore a vita, Giorgio Napolitano andrà anche a eleggere il suo successore. In pole position c’è Valter Veltroni.
Dal piccolo di questa realtà, grazie di tutto presidente.