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Elezioni dei Comites, le rappresentanze italiane all’estero Circa 130 in tutto il mondo. L'esperienza di una pugliese candidata in Belgio

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Ci siamo quasi. Il 18 marzo scadrà il termine per iscriversi alle elezioni dei Comites e quindi si potrà votare per posta, con le schede che dovranno pervenire entro il 17 aprile. Una consultazione che riguarda gli italiani all’estero. Si rinnovano (era ora) i Comites.

La nascita dei Comites risale agli anni Ottanta, come organo elettivo con mandato non retribuito.
Alcuni li definiscono un consiglio comunale degli italiani all’estero. “Io non amo molto questa definizione” dice Benedetta Dentamaro, barese, candidata in Belgio, “perché i consigli comunali sono espressione di partito, mentre i Comites no: difatti le due liste candidate sono liste civiche. Inoltre non è previsto un gettone di presenza e hanno un bilancio ridotto. Giuridicamente nascono come associazione di diritto pubblico italiano e hanno una dotazione finanziaria iniziale limitata che proviene direttamente dal ministero degli esteri. Possono poi ricevere altre risorse da enti pubblici o privati, nonché dall’organizzazione di proprie attività. E’ vero però che come i consigli comunali i comites spaziano attraverso vari ambiti di attività tutti relativi agli interessi dei cittadini italiani all’estero. Inoltre al loro interno operano per commissioni di lavoro che possono essere integrate da tecnici non eletti e da oriundi italiani che abbiano una diversa cittadinanza. Molto interessante dunque questa integrazione culturale nella stessa compagine.
I comites gettano un occhio sulla gestione dei consolati ed esprimono un parere quando un ente regionale chiede un finanziamento dalla madre patria. Vengono consultati durante le discussioni di proposte legislative che toccano gli italiani all’estero (ad es. riorganizzazione della rete consolare, riforma legge elettorale) ed eleggono parte dei componenti del Cgie (consiglio generale degli italiani all’estero), organo consultivo permanente del Parlamento italiano”.

Si vota in tutto il mondo per il rinnovo di circa 130 comites. Tale rinnovo è atteso da sei anni: infatti le elezioni erano già previste nel 2009 ma furono più volte rinviate per mancanza della dotazione finanziaria necessaria allo svolgimento delle operazioni elettorali. Le risorse sono state finalmente attribuite dalla finanziaria 2014.
I comites uscenti sono pertanto in carica da oltre dieci anni e hanno ben esaurito il loro mandato naturale (5 anni prorogabile una volta).
“L’innaturale protrarsi del mandato degli attuali comites ha comportato un calo fisiologico dell’interesse intorno a questi organi e una battuta di arresto nella loro attività”, continua Dentamaro. “D’altra parte mettiamoci nei panni delle persone che sono state elette 11 anni fa da emigrati e alle vicende che le loro vite hanno potuto subire in questo lungo lasso di tempo: forse nuovi impegni professionali, nuovi legami familiari, e perché no un’altra migrazione. Chiaro che si sia perso un po’ di mordente.
Chi si affaccia oggi alle elezioni lo fa con la voglia di ritrovare quella motivazione e di rimettere in moto una macchina che può funzionare, e bene. La stessa struttura ce l’hanno i francesi all’estero, e funziona.
Per come è concepita la legge elettorale (proporzionale con preferenze senza soglia di sbarramento), quale che sia l’affluenza alle urne – per così dire – i comites saranno eletti”. Ad esempio ,nel caso specifico di Bruxelles (che copre anche Brabante e parte delle Fiandre) risulteranno elette 12 persone. Al comites verrà inizialmente destinata la medesima dotazione finanziaria degli ultimi anni, intorno ai 13-14000 euro. “Io ritengo che il diritto di voto valga sempre la pena di essere esercitato e che sia positivo poter scegliere chi vogliamo che amministri questi soldi e riorganizzi l’attività dei comites. Inoltre queste elezioni si svolgeranno per corrispondenza e faranno da test per le modalità di voto degli italiani all’estero nelle prossime tornate. Siamo un po’ sotto la lente del Governo che dubita sul coinvolgimento degli emigrati nelle questioni italiani; è quindi importante in quest’occasione far sentire che ci siamo e vogliamo esserci”.

Illustri il suo programma a questo punto: “La lista n. 1 Europae 2014 – Fare e Rappresentare è stata fortemente voluta dall’associazione Europae 2014, da cui prende il nome, ed è stata poi integrata fino a raggiungere 12 candidati. Il nostro programma è incentrato sulla cittadinanza europea.
Abbiamo costruito una lista mista (come parità di genere, estrazione professionale, provenienza geografica, età) in cui spicca l’incontro tra 2 generazioni di immigrati italiani in Belgio. Infatti non possiamo dimenticare l’immigrazione storica del dopoguerra, alla quale si è sovrapposta l’immigrazione intorno alle istituzioni europee. Nel mezzo si collocano i discendenti dei primi emigrati, che spesso non parlano italiano o non hanno mai visitato il paese di origine. La nostra sfida è fare incontrare queste 2 generazioni e promuovere la doppia cittadinanza belgo-italiana (consentita per legge solo da alcuni anni).
Altro punto fondamentale è la tutela dei diritti degli italiani in Belgio in quanto cittadini europei. Non sempre la libera circolazione trova piena attuazione e siete sicuramente al corrente che nell’ultimo anno circa 700 cittadini UE sono stati colpiti da provvedimenti di espulsione dal Belgio. Per tutelare questa ed altre situazioni (diritti dei lavoratori e dei pensionati ad es.) ci proponiamo di affiancarci come Comites alle istituzioni diplomatico-consolari e ai patronati. Questo ruolo diventerà ahime preponderante nel prossimo futuro dato che la legge di stabilità 2015 ha previsto la contrazione dei patronati all’estero e un taglio dei finanziamenti di 35 mln EUR. Intendiamo affrontare queste problematiche anche consorziandoci con gli altri due comites in Belgio (Genk e Liegi), nonché coinvolgendo quelli limitrofi (Lussemburgo, Paesi Bassi) e i comitati francesi nostri omologhi. L’altro grande tema del nostro programma è la promozione della lingua e cultura italiana. Anche qui purtroppo la legge di stabilità ha previsto un taglio del 10% degli stanziamenti per i docenti di italiano all’estero. Significativo poi che le scuole italiane nel mondo non siano state incluse nella consultazione ‘La scuola buona’ promossa dal Miur. Superfluo ricordare che la scuola italiana a Bruxelles non è operativa. La promozione della cultura passerà anche e soprattutto attraverso il sostegno che intendiamo dare ad associazioni come la vostra, gruppi di respiro regionale anche non costituiti formalmente in associazione e che quindi incontrano difficoltà ad ottenere supporto istituzionale e finanziamenti pubblici. Cercheremo una nuova sede per il Comites che intendiamo mettere a disposizione di simili gruppi e associazioni per lo svolgimento delle loro attività ed eventi. Inoltre vogliamo creare una rete di associazioni proattive sul territorio”.
Tanti altri sono i settori che rientrano nella sfera d’azione dei comites “e tante le iniziative che abbiamo in mente. Per esempio la costituzione di una piattaforma online che serva come sportello per i cittadini per inoltrare le proprie lamentele o proposte, nonché una banca dati per lo scambio di domanda/offerta di professionalità italiane, cosa che stiamo già in parte realizzando tramite la pubblicazione di bandi e annunci sulla ns pagina fb. Ad esempio, rispondendo ad uno dei nostri annunci, un musicista pugliese emigrato in Germania è stato chiamato ad esibirsi al MediMax di Bari. Quest’anno compirò 10 anni a Bruxelles. In questi 10 anni ho conosciuto diverse realtà, che hanno immense potenzialità ma talvolta mancano del sostegno adeguato. Quando ancora vivevo in Italia ho gestito per diversi anni un’associazione culturale universitaria. Ero diventata bravina con i finanziamenti pubblici, i rapporti istituzionali e la comunicazione a stampa. Mi manca la realtà associativa ma dopo aver fatto certi percorsi privati e professionali voglio riavvicinarmi con un altro ruolo, con uno sguardo che abbracci dall’esterno le diverse problematiche delle associazioni. Il comites mi offre questa possibilità. All’interno della lista ho già cominciato a lavorare in questa direzione occupandomi dei gruppi regionali e di altro genere presenti a Bruxelles. Non solo. Il mio background professionale è giuridico. Nel comites vorrei occuparmi di diritti e fiscalità, oltre che di cultura. Ho a cuore in particolare tre tematiche che riguardano la nuova emigrazione: la fiscalità internazionale, dove credo ci sia molto spazio per formulare proposte a Roma, visto che la legislazione tributaria spesso non tiene conto degli emigrati e le peculiarità di noi italiani a Bruxelles sono sconosciute ai più; il riconoscimento dei titoli professionali, vera croce per i professionisti che ingenuamente pensano di poter trasferire l’attività sulla sola base del principio di libera circolazione e invece si scontrano con la burocrazia; il ricongiungimento familiare, perché sono stufa di vedere i miei amici che vivono qui mentre coniuge e figli sono altrove per esigenze lavorative. Non vi nascondo poi che mi stuzzica parecchio il potere di supervisione sul consolato. Ritengo infatti che il comites – se usato bene – possa essere un ottimo pungolo per le istituzioni diplomatico-consolari, una piccola fucina di proposte legislative e un volano per la cittadinanza italiana attiva sul territorio. Durante la campagna elettorale inoltre sono entrata in contatto con l’altra immigrazione, quella lontana dal circuito delle istituzioni Ue, quella che è sbarcata qui tanto prima di me e che un giorno ha deciso di rinunciare alla nazionalità italiana”.


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1 Comment

  1. Libera Bruxelles , il primo presidio belga di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” ha invitato i candidati alle prossime elezioni COM.IT.ES di Bruxelles, Brabante e Fiandre ad aderire a una campagna di trasparenza degli organismi rappresentativi della collettività italiana a Bruxelles chiamata “COM.IT.ES Trasparente” e ispirata alla campagna “Riparte il Futuro” promossa da Libera e Gruppo Abele
    Cosa viene chiesto al candidato?
    Attraverso il modulo di adesione ( http://www.emigrazione-notizie.org/public/upload/InvitoadesionicampagnaCOM.IT.ESTrasparente-LiberaBruxelles.pdf ) viene chiesto al candidato di essere un candidato trasparente, impegnato nella lotta contro la corruzione e di condividere con i cittadini italiani all’estero le ragioni del Suo impegno.
    Su questo link, troverete i candidati trasparenti che aderiscono alla campagna https://www.facebook.com/events/1567485233503727/

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