Di seguito un comunicato diffuso da Michele Grimaldi, segretario del sindacato Flp-Bac per la provincia Bat:
Canne della Battaglia, Terra di nessun…Controllo
Non sono d’accordo con coloro i quali affermano “Chi dice che una cosa è impossibile, non dovrebbe disturbare chi la sta facendo” e questo perché il reiterato e menefreghista “non disturbare” ha fatto si che la nostra Città, nel tempo, sia passata da Caput Regionis a … permettetemi di non proseguire per evitare di essere irrispettoso verso Barletta e noi Barlettani.
Credetemi, non è facile vestire, ogni volta, i panni del commentatore critico ma farlo è d’obbligo.
Particolare che ha suscitato una specie di negativo deja-vu è stata la conferma, giunta come la classica mazzata tra capo e collo per niente inattesa, la direttiva emessa dal Polo Museale pugliese, dal quale dipende il sito archeologico di Canne, con la quale si disponeva che durante la settimana dei musei 2019 Canne sarebbe rimasta chiusa la domenica 10 marzo per carenza (cronica) di personale.
Scusatemi ma non è possibile rendere ordinaria l’emergenza!
Tanto di cappello e mille ringraziamenti ai volontari e alle associazioni varie ed eventuali, ma vi sembra normale ogni volta si vuol visitare Canne, chiedere l’aiuto di qualcuno invece di normalizzare la situazione una volta per tutte?
Sapete quale è la vera emergenza? Senza ombra di dubbio l’esigenza di provvedere, da parte del Ministero, ad un piano di adeguamento del personale qualificato destinato alla sorveglianza del sito di Canne e di tutti gli altri siti sparsi per l’intero territorio nazionale.
La mancanza di personale idoneo addetto alla tutela e alla vigilanza dei beni culturali ed alla incolumità dei visitatori, lascia grosse falle nell’organizzazione della sicurezza degli istituti culturali.
Credetemi, non sono le solite frasi fatte. Bastava recarsi a Canne domenica 10 marzo e restare stupefatti (ma dire che non frega niente a nessuno, escluse le passerelle paludate, è fare un’affermazione forte?) nell’assistere ad un vero assalto in stile Fort Apache con visitatori autosufficienti (turista fai da te no Ministero? ahi ahi ahi!) i quali in presenza di un cancello chiuso non si lasciano abbattere anzi quasi abbattono i cancelli o li scavalcano pur di entrare ed una volta all’interno non incontrerebbero alcun ostacolo qualora volessero portar via un grazioso souvenir gentilmente offerto dall’assenza di personale di custodia.
E che dire poi dei divieti e barriere sistematicamente ignorati? Sapevate che esiste un divieto ad accedere al sito archeologico con cani ? Bene, sicuramente di visitatori con cani non se ne vedono spesso, al contrario ci sono provetti cavalieri ed amazzoni i quali, con stupendi esemplari equini, scorazzano per l’intero sito accedendo dai terreni confinanti. Per non parlare della corda, si proprio una cordicella, che delimita il terreno della cittadella dal pericolosissimo strapiombo, invece di dotare l’intera zona con protezioni e reti antiscavalco utili a non trovarsi poi di fronte a gravissimi incidenti..
Ma basta! Non è possibile continuare ad utilizzare fondi pubblici per eventi o proporre il sito all’UNESCO, quando non vengono rispettati i basilari criteri di sicurezza e tutela dei visitatori e dell’area archeologica.
Occorre investire sulle risorse umane e soprattutto è indispensabile avere personale qualificato a diretta dipendenza del Ministero, invece la situazione attuale è: addetti alla vigilanza 3 sicurezza 0.
Le tante parole, come al solito inutili, dette negli ultimi tempi su beni culturali del nostro territorio, si prestano ad un approfondimento, dato che da qualche stagione (politica) non si capisce più di chi sia veramente la colpa del totale degrado dei nostri beni culturali. Sono colpe antiche? Sono inventate? Perché sono evidenti soltanto adesso? Sono dei Ministri che hanno occupato quella poltrona con il più assoluto disinteresse e persino sprezzo delle loro funzioni? Funzionari promossi perché belli e non bravi (famosa meritocrazia)? Sono delle Soprintendenze che soffocherebbero il libero e onesto sviluppo del territorio e delle sue esigenze primarie?
Ma quante domande pesantissime !
Se l’andazzo continua così, andrà sempre peggio e sarà ulteriormente più difficoltoso continuare ad usare i dipendenti della cultura come bassa manovalanza senza aspettarsi reazioni forti.
Spero solo che ora passi decisivi vengano fatti dagli organismi regionali, provinciali e soprattutto comunali, per rendere verosimile un interessamento che sino ad oggi è stato espresso esclusivamente a semplici e sterili parole che il vento ha portato via.
Come sentenziava Tito Livio “Dum Romae consulitur, Cannae expugnatur (Mentre a Roma si discute, Canne viene espugnata)”… perdonatemi la licenza ma qui c’azzecc!