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Bullismo e violenza anche di adulti: bambini e adolescenti vittime Docenti: serve un investimento forte e strutturale nella scuola, la rimodulazione dell'educazione civica

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Di seguito alcuni comunicati diffusi dal coordinamento nazionale docenti delle discipline dei diritti umani:

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profondo sconcerto e dolore in merito al gravissimo episodio avvenuto a Quarto (NA) il 9 aprile scorso, dove un ragazzo di 14 anni è stato accoltellato in pieno giorno da due coetanei mentre si recava dal fisioterapista. Un’aggressione feroce, che si inserisce in un inquietante contesto di violenza sistemica giovanile che affligge da tempo l’area flegrea.

Le dichiarazioni del padre della giovane vittima, rilasciate il 13 aprile, delineano un quadro allarmante: un gruppo di adolescenti che si muove impunito, agendo come un branco e imponendo paura e sopraffazione. “Non è giustizia”, denuncia il genitore, ed è impossibile dargli torto. Quando chi ferisce resta libero e chi subisce deve chiudersi in casa, è l’intero sistema che deve interrogarsi.

La scuola ha il dovere – e la possibilità – di essere protagonista nella costruzione di una cultura diversa, fondata sul rispetto, sull’empatia, sulla cittadinanza attiva. Non è solo il luogo dell’istruzione, ma il primo presidio educativo, il punto di partenza per intercettare disagi, prevenire devianze, formare coscienze.

Serve un investimento forte e strutturale nella scuola: una rimodulazione di Educazione civica con l’attribuzione ai docenti della classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche, più spazi di ascolto e confronto, più presenza di figure educative e psicologiche in grado di supportare ragazzi e famiglie. L’indifferenza, la superficialità e la disattenzione istituzionale non possono più essere accettate.

Il Coordinamento invita le istituzioni scolastiche, i dirigenti, i docenti e le famiglie a fare fronte comune per contrastare la cultura della violenza e del silenzio. È urgente una rete educativa e sociale che restituisca ai giovani un orizzonte di senso, di legalità e di speranza.

Ogni ragazzo che sceglie la violenza è un ragazzo che non ha trovato ascolto. Ogni vittima è una ferita aperta nel cuore di una comunità. La scuola può essere, deve essere, il luogo dove tutto questo può cambiare.

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda vicinanza e solidarietà alla studentessa protagonista del drammatico episodio avvenuto in un istituto scolastico della provincia di Massa-Carrara, riportato nei giorni scorsi dalla stampa nazionale. La giovane, di origini straniere, ha tentato il suicidio all’interno della propria aula, vittima di episodi di bullismo da parte di alcuni compagni. Solo l’intervento tempestivo di una compagna di classe e di un docente ha impedito che il gesto estremo avesse conseguenze irreparabili.

Questo evento, tanto doloroso quanto emblematico, richiama l’attenzione sull’urgenza di un impegno educativo strutturato e sistemico nella lotta contro ogni forma di discriminazione, emarginazione e violenza psicologica tra pari. È fondamentale ribadire come la scuola, presidio civile e democratico per eccellenza, abbia il dovere e il potenziale di rappresentare non solo un luogo di apprendimento, ma soprattutto uno spazio sicuro in cui ogni studente possa sentirsi accolto, ascoltato e valorizzato nella propria unicità.

Il bullismo, in tutte le sue forme, è una ferita profonda ai diritti umani: colpisce la dignità, mina l’autostima e può compromettere il futuro delle giovani generazioni. Per questo, la formazione e la presenza costante di figure educative sensibili e preparate – docenti, dirigenti, psicologi scolastici – è imprescindibile. Il gesto della compagna che ha lanciato l’allarme e del professore che è intervenuto con prontezza dimostra quanto sia importante coltivare un clima scolastico fondato sull’empatia, sul rispetto reciproco e sulla solidarietà.

Come ribadito anche dalla psicologa intervistata sul quotidiano Il Tirreno, è necessario promuovere una nuova cultura educativa che coinvolga attivamente anche le famiglie: «Genitori, siate fallibili e scontratevi con i vostri figli», è un’esortazione che va intesa come invito a non temere il confronto, a scendere nel quotidiano dei propri figli, a costruire con loro un dialogo aperto e autentico.

In tal senso, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani richiama l’attenzione delle istituzioni scolastiche e del Ministero dell’Istruzione e del Merito affinché vengano potenziati gli strumenti di prevenzione, formazione e ascolto nelle scuole. È necessario rafforzare le équipe psicopedagogiche, avviare percorsi strutturati di educazione civica e affettiva, promuovere laboratori permanenti sui diritti umani, sul rispetto delle diversità, sulla gestione delle emozioni e dei conflitti.

Accogliamo con particolare interesse le parole della psicologa intervistata, che invita i genitori a essere “fallibili” e a scontrarsi con i propri figli quando necessario. Anche la famiglia, infatti, è chiamata a collaborare attivamente con la scuola nel percorso educativo, senza negare o minimizzare i segnali di disagio, ma accogliendoli come una richiesta di aiuto.

Questo tragico episodio non deve finire in un trafiletto di cronaca. Deve spingerci ad agire, uniti, per costruire una scuola in cui nessuno si senta solo. Una scuola che insegni non solo con le parole, ma con la presenza, la cura, la responsabilità condivisa.

Perché ogni ragazza e ogni ragazzo ha il diritto di crescere in un ambiente che protegga la vita, la dignità, la speranza.

In questo tragico episodio c’è però un segno di speranza: l’azione di chi ha avuto il coraggio di intervenire, di non voltarsi dall’altra parte. È da questo segnale che occorre ripartire.

Il CNDDU continuerà a battersi per una scuola più giusta, inclusiva, e profondamente umana.

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU), appresa con sgomento la notizia divulgata dalla stampa nazionale relativa alla brutale violenza subita da una bambina di 11 anni a Mestre, desidera esprimere pubblicamente la propria più ferma condanna dell’accaduto e una profonda vicinanza alla giovane vittima e alla sua famiglia.

Secondo quanto riportato, nel tardo pomeriggio di giovedì 11 aprile, una bambina che rientrava a casa dopo aver partecipato ad attività scolastiche pomeridiane è stata seguita da un uomo di 45 anni, senza fissa dimora, e aggredita sessualmente in un portone poco distante da Parco San Giuliano. Solo l’intervento tempestivo di un passante ha interrotto l’atroce violenza e permesso l’attivazione immediata dei soccorsi. L’aggressore è stato in seguito individuato e fermato grazie alle immagini delle videocamere di sorveglianza.

Questi eventi ci pongono davanti a interrogativi gravi e urgenti sulla tutela effettiva dell’infanzia, sulla sicurezza nei contesti urbani, sull’importanza della presenza educativa e del presidio sociale nei territori. Non si può accettare che una bambina, nel cuore di una città, percorrendo un breve tratto di strada dopo la scuola, subisca una violenza tanto barbara.

Il CNDDU ribadisce con forza che ogni minore ha diritto a vivere, crescere e muoversi in sicurezza, senza timori, senza ombre. La scuola, in quanto comunità educante, deve essere sostenuta nella sua missione di formazione umana e civile, e occorre rafforzare i legami tra istituzioni, enti locali, servizi sociali, famiglie e forze dell’ordine affinché episodi del genere non si ripetano.

Questa tragedia richiama tutti noi, docenti e cittadini, a una responsabilità collettiva: formare le giovani generazioni al rispetto della dignità altrui, alla cultura dei diritti umani, all’empatia e al coraggio civile, affinché la violenza non trovi più spazio in alcuna forma.

Per queste ragioni, il CNDDU promuove a partire dal 14 aprile l’iniziativa nazionale “Un passo sicuro – Cammini di consapevolezza e protezione”, rivolta alle scuole di ogni ordine e grado. L’iniziativa si articola in:

Lezioni dedicate alla tutela dei minori e alla cultura della non violenza, da realizzarsi nella settimana dal 15 al 19 aprile, attraverso letture, visione di brevi filmati, momenti di confronto e riflessione.

Percorsi simbolici nei cortili scolastici o nei quartieri, durante i quali gli studenti, accompagnati dai docenti, cammineranno insieme con cartelloni, messaggi e pensieri dedicati al diritto alla sicurezza e al rispetto.

Raccolta di elaborati, disegni, pensieri, slogan, che saranno pubblicati online sui canali del CNDDU per dare voce agli studenti e contribuire a una cultura condivisa della prevenzione.

Con questa iniziativa vogliamo trasformare lo sgomento in azione educativa, la rabbia in impegno collettivo, affinché ogni bambina e ogni bambino possa camminare per strada, andare a scuola, tornare a casa senza paura.

Invitiamo le istituzioni scolastiche, gli enti locali e i media a unirsi alla nostra iniziativa, perché il silenzio non diventi complice e la memoria di quanto accaduto a Mestre diventi impulso concreto per un cambiamento culturale duraturo.


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