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Brindisi: stipendi gonfiati, quattro funzionari del Comune dovranno risarcire. Anche il danno d’immagine

brindisi

La Corte dei Conti ha condannato quattro funzionari del Comune di Brindisi a risarcire l’amministrazione per stipendi ritenuti eccessivi. Cosimo De Notarpietro, Mirella Destino, Silvio Ribezzo e Lucia Savina dovranno pagare oltre 22mila euro complessivi. Nello specifico: Pagheranno i seguenti importi: 4089,95 euro Mirella Destino; 2758,89 euro Lucia Savina; 9902,89 Silvio Ribezzo; 5613,33 euro Cosimo De Notarpietro. Inoltre, Destino e Ribezzo dovranno risarcire un danno di immagine al Comune di Brindisi: 11141,81 euro per Mirella Destino e 3713,93 Silvio Ribezzo, somme alle quali si dovrà aggiungere la rivalutazione dal giorno della sentenza a quello del pagamento. (oltre rivalutazione dalla data della sentenza sino al giorno dell’effettivo soddisfo). Ci sono pure le spese di giudizio: per Destino e Ribezzo, un terzo ciascuno; per gli altri, un sesto ciascuno, 2.663,03 euro complessivi.

La vicenda, originata da un esposto anonimo nell’ottobre 2002, si è evoluta anche con un giudizio penale con accuse di truffa e falso nei confronti dei funzionari pubblici. “I relativi processi” è riportato in una notizia “si sono conclusi: per Ribezzo e De Notarpietro con sentenza del Gip del Tribunale di Brindisi, con l’applicazione, per entrambe le imputazioni, della pena ad un anno di reclusione ciascuno, con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Per la Savina con la declaratoria di non doversi procedere per intervenuta estinzione del reato per prescrizione per i fatti di truffa commessi sino a giugno 2004, con l’assoluzione per non aver commesso il fatto per i fatti di truffa avvenuti da luglio 2004 e perché il fatto non sussiste per l’imputazione di falso, giusta sentenza della Corte d’Appello di Lecce. Per la Destino con la declaratoria di non doversi procedere per intervenuta estinzione del reato per prescrizione per i fatti di truffa commessi sino a giugno 2004, con la condanna alla pena di un anno di reclusione e 400 euro di multa, con il beneficio della sospensione condizionale e della non menzione, per i fatti di truffa avvenuti da luglio 2004, e con l’assoluzione perché il fatto non sussiste per l’imputazione di falso, giusta sentenza della Corte d’Appello di Lecce”.

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3 Comments

  1. La vicenda non è simile a quella degli stipendi illegittimamente pagati ai dipendenti ed ai dirigenti del comune di Martina?

  2. Quindi, da quello che deduco, è reale l’ipotesi che anche a Martina qualcuno potrà essere condannato dalla Corte dei Conti per danno di immagine?

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