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Bari calcio, caso Infront: tifosi spaventati, si teme la penalizzazione e Paparesta potrebbe lasciare Dopo la perquisizione nella sede sociale e nell'abitazione del presidente. Al centro dell'attenzione un bonifico da 460mila euro

gianluca paparesta

gianluca paparestaA Bari i tifosi della squadra di calcio sono terrorizzati. C’è chi prospetta situazioni del tipo “spariremo dalla mappa del calcio” e c’è chi, più realisticamente, teme una penalizzazione per la squadra che ora sta andando proprio forte nel campionato di serie B, è seconda in classifica. Il punto è che la scorsa settimana i militari della Guardia di finanza si sono presentati a casa di Gianluca Paparesta, presidente del sodalizio biancorosso, e nella sede sociale. Perquisizione disposta dalla procura di Milano, nell’ambito dell’inchiesta su diritti tv e doping finanziario. Al Bari e al suo presidente viene contestato un bonifico ricevuto da Infront, che è un po’l’epicentro di questo terremoto calcio-televisivo: un bonifico da 460mila euro come sponsorizzazione della seconda maglia del Bari lo scorso campionato. In realtà il marchio Infront, sulla maglia biancorossa, non è mai apparso. L’accusa, così, ipotizza che quei soldi siano serviti quale “aiutino” per farsi trovare a posto in sede di esame Covisoc, la commissione che deve analizzare i bilanci delle società sportive. Paparesta si è detto tranquillo, tutto a posto e, in effetti, per come descritta, tanto oscura, la vicenda, non sembra. Però i bene informati, e fra essi oggi c’è Repubblica, non escludono che il presidente stia facendo già un pensierino a lasciare tutto e vendere la società.


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