Morì a 33 anni, l’ultimo dell’anno 2011. Gregorio Durante, di Nardò, malato di epilessia, quel 31 dicembre ebbe la sua giornata fatale, in carcere a Trani dove sarebbe rimasto fino all’anno prossimo.
Il suo venne definito come il caso Cucchi di Puglia ed è stato celebrato un processo. Un condannato, quattro assolti. Quattro mesi di reclusione per Francesco Monterisi, direttore sanitario del penitenziario tranese. Assolti i medici Michele De Pinto, Gioacchino Soldano, Francesco Russo e Giuseppe Storelli. L’accusa aveva chiesto per due medici la condanna a tre anni. Sentenza al termine del processo con rito abbreviato. I familiari di Durante, alla pronuncia del verdetto, hanno preannunciato ricorso in appello e hanno definito la sentenza “vergognosa”.
La procura di Trani accusava il personale medico del carcere l’omicidio colposo, per non aver disposto il ricovero in ospedale nonostante le gravi condizioni di salute di Durante. Il detenuto, secondo i legali della famiglia, non sarebbe stato in grado di camminare, di nutrirsi e di assumere farmaci autonomamente.
In sede di autopsia, i medici legali maturarono questa opinione: Gregorio Durante morì a causa di una broncopolmonite conseguenza di un’intossicazione da Fenobarbital, un barbiturico.
Gregorio Durante fu condannato per uno schiaffo, a sei anni dal giudice monocratico di primo grado. A Nardò, nel 2009, aggredì il figlio di una guardia giurata.
Alla compagna e ai due figli è stato riconosciuto un risarcimento dei danni, da quantificare in sede civile.