Rocco Lagioia, 68 anni, suocero di Alessandro Leopardi, è stato arrestato dai carabinieri. Lagioia era indiziato praticamente dall’inizio, dopo la scomparsa risalente all’1 ottobre dell’artigiano 38enne di Valenzano, artigiano il cui corpo venne trovato carbonizzato in una zona di campagna. Movente economico, secondo gli investigatori. Le intercettazioni fanno dato un quadro decisivo alla vicenda: intercettato Lagioia, ecco una sua affermazione, parlando tra sé e sé, in automobile. “Mi ha costretto a uccidere. U so menat n’mezz alla via” e ancora “L’bo bruciato sto chin d’merda. Che un delinquente era”. Lagioia, secondo l’accusa, ha spaeato alle spalle al genere: un colpo di fucile. Poi il corpo bruciato, in modo tale da non farlo praticamente riconoscere. Furono necessarie indagini medico legali molto accurate e complicate per rimettere insieme i frammenti ossei davvero minimi, rimasti.
La moglie di Leopardi aveva denunciato la scomparsa, dopo che il corniciaio non era andato a scuola a prendere una delle due figlie a scuola. Tornata a casa, la donna aveva trovato la porta aperta e il fornello acceso. Si era pensato nell’immediato a una vendetta di organizzazioni malavitose, in quanto negli anni scorsi Leopardi aveva denunciato il pizzo facendo arrestare tre persone. Poi la svolta di tipo familiare e l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del suocero della vittima.