Questa è la sua foto su facebook. Gli interessati vadano a vedersela il prima possibile perché quel simbolo non ci sarà più, probabilmente. De Falco è stato sbattuto fuori, è emerso oggi da vari notiziari. Lui dice di non saperne niente. E comunque, dice, vado avanti. O, chissà, lui ha sbattuto fuori loro (che è pure più probabile).
Dunque, Gregorio De Falco non è uno che abbandona la nave. Quella della libertà di espressione, nel caso specifico. Ne facemmo tutti un esempio per l’Italia, quando impose perentoriamente al comandante Schettino “salga a bordo cazzo”. A bordo di una nave che era sfasciata, la Costa Concordia.
Gregorio De Falco, ieri, non ha abbandonato la nave dell’espressione libera. Eletto senatore con il movimento 5 stelle ha dato luogo al suo mandato come previsto dalla Costituzione: rappresentante del popolo. Non dei cinquestelle. Ha votato contro il condono per l’abusivismo di Ischia, che era stato inserito nel decreto legge per Genova. De Falco ha votato con l’opposizione. È fuori da M5S. Lui come la senatrice Paola Nugnes. Questo è il tam tam.
Dalle parti grilline non si accorgono della fronda crescente. Stanno sbagliando, se non tutto, molto. Il declino è già in corso. E ha la faccia ruvida e per nulla incline a qualcosa che non sia il rigore, di Gregorio De Falco. Che, cazzo, è rimasto a bordo dell’espressione libera, non quella dell’organizzazione che pretende di pensare e parlare per tutti. È proprio un duro, De Falco. O forse, più semplicemente, un normale uomo italiano che non ha perso l’abitudine di ragionare in proprio e prendersi le sue responsabilità. Ed è grave che questa, in Italia, sia una notizia.