Prina un no, poi un sì. La richiesta era quella di autorizzare l’ampliamento della discarica di Grottaglie per un ulteriore milione e mezzo di tonnellate. Cambio di parere, da parte della Provincia di Taranto, dovuto alla corruzione. Questo ha portato agli arresti sette persone ieri. Fra esse l’ex presidente della Provincia di Taranto (nonché ex sindaco di Massafra) Martino Tamburrano. Nelle intercettazioni parzialmente diffuse da procura della Repubblica di Taranto e Guardia di finanza fa impressione sentirlo definire “peggio di Totò Riina”, fa impressione sentire “alla Provincia conando io” e anche fa impressione l’osservazione di uno degli arrestati che basa la possibilità di ampliare quella discarica sulle lentezze della giustizia. Tamburrano, secondo la contestazione, veniva accontentato con cinquemila euro al mese, duecentocinquantamila euro per la campagna elettorale della moglie (non eletta al parlamento lo scorsa anno) mentre gli imprenditori corruttori secondo l’accusa, erano passati a conferire in discarica da mille tonnellate di rifiuti settimanali a 1200 tonnellate al giorno. Nelle 176 pagine di ordinanza c’è un quadro della situazione sconfortante per come è descritto: i rifiuti come settore in grado di sporcare l’attività istituziobale, ad onta del territorio, in nome di enormi masse di denaro.
Per il territorio tarantino, a puro titolo statistico, si è trattato del secondo presidente della Provincia consecutivo finito agli arresti (Tamburrano non lo è già più, Florido era in carica).