Con Enrico Letta presidente del Consiglio, e dopo due anni di sforzi enormi, l’Italia aveva raggiunto il primo risultato utile dopo nove trimestri consecutivi. Il 2013 si era chiuso con il prodotto interno lordo, ovvero la ricchezza del Paese, a +0,1 per cento rispetto al trimestre precedente. Il coronamento di uno sforzo, si era detto. Uno sforzo iniziato con il governo Monti, poi proseguito, per l’appunto, con Letta. Poi bisognava cambiare. Oggi è arrivato il risultato del primo trimestre 2014. Ha il segno meno davanti. Di nuovo. Si dirà: il nuovo governo ha solo metà di quel primo trimestre. Ma l’Italia se l’è vissuto tutto, fatto anche di incertezze e fibrillazioni. Di promesse e, non di rado, chiacchiere. E oggi si registra un passo indietro: -0,1 per cento rispetto al trimestre precedente.
In ambito europeo va così: i Paesi più ricchi, contemporaneamente a questa battuta d’arresto italiana, fanno registrare segni positivi. Un’Europa sempre più a due velocità. E non solo per colpa dell’Europa, è necessario iniziare a fare la doverosa autocritica.
Di seguito il grafico riguardante il Pil con le variazioni congiunturali e tendenziali (fonte istat.it):