Di seguito il testo dell’interpellanza urgente presentata dal parlamentare Gianfranco Chiarelli al presidente del Consiglio dei ministri:
Interpellanza urgente al Presente del Consiglio dei Ministri
Per chiedere, premesso che:
- La particolare congiuntura economica, e sociale, che interessa ormai da più anni il territorio della provincia di Taranto, è da tempo alla attenzione del Governo, che è intervenuto più volte con provvedimenti d’urgenza, finalizzati a fronteggiare, in particolare, la crisi riveniente dalle note vicende che riguardano l’acciaieria Ilva.
- La crisi del più grande insediamento produttivo del territorio, oltre alle conseguenze sulla tenuta occupazionale diretta, ha prodotto, come effetto domino, la caduta verticale delle commesse per l’indotto, le cui aziende, peraltro, in conseguenza dell’attuale stato di amministrazione straordinaria dell’Ilva, presentano significative sofferenze in termini di crediti maturati.
- A questa situazione di per sé già molto problematica, si aggiungono numerose altre criticità che vanno dallo stop temporaneo delle attività di transhipment, alle difficoltà per la provincia, a seguito dell’attuazione della riforma Delrio, di garantire continuità per i servizi e la occupazione di società in house, alla crisi del comparto mitilicolo, alla chiusura di numerose p.m.i., alla drastica riduzione delle attività commerciali.
- Per fra fronte a tale stato di cose, il governo è intervenuto, da ultimo con il decreto legge nr. 1 del 5 gennaio 2015 convertito con legge 4 marzo 2015 nr. 20
- Nel merito il Decreto all’articolo 5 prevedeva la stipula di un Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’area di Taranto che doveva riguardare gli interventi di Bonifica, della città di Taranto e della valorizzazione dell’arsenale di Taranto. Il Contratto è uno strumento previsto nel Piano Sud che assegna ad ogni parte il tempo per lo svolgimento dei propri compiti e in casi di ritardo prevede l’attivazione del potere sostitutivo. Questo strumento fu concordato con Bruxelles come strumento di attuazione rafforzata degli interventi finanziati con le risorse nazionali e comunitarie per il mezzogiorno.
- L’articolo 6 prevedeva che il Commissario per le Bonifiche predisponesse un piano per le bonifiche a medio lungo termine.
- L’articolo 8 prevedeva che il Comune di Taranto predisponesse un piano di valorizzazione della Città vecchia che andasse ad integrare il Piano nazionale delle Città approvato per Taranto che prevede finanziamenti per 25 milioni di euro.
Da ultimo si prevedeva che il Ministero della Difesa predisponesse un piano di valorizzazione turistico culturale dell’arsenale entro 60 giorni dalla conversione in legge del decreto avvenuta il 4 marzo e quindi entro il 4 maggio 2015.
- L’articolo 5 prevedeva l’istituzione di un Tavolo Istituzionale Permanente che doveva avvenire con DPCM entro 30 giorni dalla conversione del Decreto (ovvero il 4 aprile) non vi è traccia che questo Decreto sia stato emanato. Tanto è vero che il 20 maggio quando si è insediato il Tavolo, il Sottosegretario De Vincenti ha detto che il DPCM era ancora in fase di elaborazione.
- Una seconda riunione del tavolo si è tenuta a Taranto il 20 luglio e l’ ultima il 23 settembre. In questa ultima riunione si è previsto che il tavolo fosse riconvocato a metà ottobre per individuare i progetti da far finanziare al CIPE.
- In data 12 ottobre 2015 si è tenuta una riunione a Taranto che non ha prodotto alcun esito in termini concreti di avvio della progettazione.
- A oggi nessun progetto quindi è finanziato. In più poiché alcuni interventi come l’ospedale, finanziato con i fondi della riprogrammazione avvenuta con il Piano Sud (FITTO) secondo quanto previsto dalla delibera CIPE del 30-06-2014 devono essere impegnati entro il 31 dicembre 2015, il rischio è che queste risorse vadano perse come tutte quelle destinate al Mezzogiorno che sono state sistematicamente sottratte da parte del Governo.
- In merito alla valorizzazione dell’Arsenale era previsto che il Ministero della difesa predisponesse entro 60 giorni (4 maggio 2015) un piano da sottoporre alla Regione, al Comune e al Ministero dei Beni Culturali, anche di questo piano non si ha traccia.
- Il decreto prevedeva poi che il CIPE finanziasse nuovi interventi per Taranto, anche di questo non si ha traccia, anzi come detto prima il rischio è che a Taranto siano sottratte ulteriori risorse.
- Nel frattempo la crisi che riguarda in particolare l’acciaieria Ilva si fa sempre più grave, registrando perdite mensili pari a 50 milioni di euro, con una riduzione del 50% della produzione, la perdita di importanti commesse, il ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali, l’affossamento delle aziende dell’indotto.
Considerato che:
- le attività di bonifica del territorio evidenziano forti ritardi
- il data 24 dicembre2014 il Governo affermava che : “Il progetto è serio, ed è un progetto Taranto (cultura, porto, bonifiche, ospedale). Non solo Ilva.”, e che si parlava di miliardi di euro, salvo poi leggere nelle relazioni tecniche del provvedimento che “ la presente norma non prevede nuovi stanziamenti” quindi neanche un euro aggiuntivo rispetto a quelli già previsti.