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Armi chimiche dalla Siria: oggi il nome del porto italiano Decisione comunicata al parlamento. Rischiano Brindisi e Taranto

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Il porto italiano di scalo tecnico per la nave che trasporta armi chimiche dalla Siria viene scelto con una comunicazione al parlamento oggi. Lo aveva detto nei giorni scorsi Emma Bonino, ministro degli Esteri italiano. Fra i porti, ci sono a rischio di dovere ospitare il pericolosissimo carico gli scali di Brindisi e Taranto, quello calabrese di Gioia Tauro, mentre la Sardegna con il presidente della Regione in testa, ha già detto chiaro e tondo che di armi chimiche lì non se ne parla neanche. In nessun porto.

Lo scalo tarantino, avendo i fondali un po’limitati, potrebbe essere scartato a meno che non si utilizzi il molo dell’Ilva. Dunque in questa corsa non esattamente entusiasmante per i vari territori, c’è anche Taranto, oltre allo scalo adriatico di Brindisi.

Del resto, si tratta di iniziativa dell’Onu che ha forzatamente prelevato le armi chimiche di Assad (ed è una gra minaccia in meno per la popolazione, questo va sottolineato) e le deve far distruggere. La Germania si è già candidata quale sede per la distruzione. Intanto in quelle navi americane, danesi e norvegesi, le armi chimiche vanno a far paura a mezzo mondo. E fra un po’di fermeranno in Italia, col rischio di un soggiorno in Puglia.

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