Di Pietro Andrea Annicelli:
Angelo Marinò, decano degli studiosi martinesi, si è spento a Pisa a ottantotto anni. Originario di Statte, insegnante dal 1954 al 1983 a Martina Franca, ha proseguito per i successivi quindici anni nella città toscana dove si era trasferito dopo aver vinto il concorso da dirigente scolastico.
«A diciannove anni mio fratello si diplomò al liceo Archita di Taranto» ricorda Piero Marinò, anch’egli stimato studioso di Martina Franca e del suo territorio. «S’iscrisse all’università, ma poiché in famiglia serviva un’entrata economica fece il concorso magistrale e iniziò la sua carriera d’insegnante come maestro elementare. Arrivava in contrada San Paolo con l’autobus, poi prendeva una bicicletta che custodiva in un trullo e si recava da lì a scuola, in un altro trullo, in contrada Franzullo. Successivamente insegnò anche a Mottola».
Laureato a Bari in Lettere moderne, Angelo Marinò insegnò all’Istituto professionale Righi, poi Majorana, a Martina e a Taranto. Fu consigliere comunale per la Democrazia Cristiana, vicino ad Alberico Motolese, negli anni Settanta. «Fu all’epoca che iniziò la sua attività di storico, studioso e autore» precisa Piero Marinò. «Nel 1975 organizzò un convegno sul centro storico, il primo e l’unico. Momenti importanti furono la rivista Agorà e Il cubiculum Sanctu Iuliani che fu una ricerca sulla gravina di Triglie tra Martina e Massafra nonché la sua prima pubblicazione». Il trasferimento a Pisa, dove fu preside dell’Istituto tecnico commerciale Leonardo da Vinci, non interruppe la produzione editoriale che nel frattempo si era arricchita del suo lavoro forse più significativo, Martina Franca ieri, per le Arti Grafiche Alberobello.
Vangelo popolare pugliese per Schena Editore, 2003, Storie da Maruonne du Carmene per le Edizioni dei Corrieri Cosmici, 2004, Poesia e tradizioni popolari a Martina Franca e nella murgia dei trulli, 2005, Pipistrelli e crumiri, vita politica, movimento operaio, vicende urbanistiche a Martina Franca dall’Unità d’Italia all’avvento del fascismo, 2006, Statte alle tijembe de tataranne con Cosimo Scaligina, 2007, tutti per le Edizioni Pugliesi, Giuseppe Aprile, l’idolo di Napoli nel Settecento musicale italiano ed europeo e Feste spettacoli e teatro a Pisa nell’età dei Medici e dei Lorena (1588-1798), 2016, entrambi per ETS, sono altri suoi lavori.
Di Antonio Scialpi:
Sono molto addolorato, come molti di noi, per la scomparsa di Angelo Marinò con cui in tanti anni abbiamo coltivato amicizia e comuni interessi culturali, come uomo di scuola nonché come studioso e insigne cultore della Storia locale. Benché a Pisa da diverso tempo, dove aveva concluso la sua carriera di Preside, ha mantenuto sempre rapporti con la sua città dove aveva risieduto proveniente da Statte. Un grande amore per la Storia locale e regionale ha attraversato la sua vita, racchiuso in tante pubblicazioni dedicate, da una parte alla ricostruzione storica post risorgimentale e alle radici del moderno sistema politico e sociale e, dall’altra, alle tradizioni popolari pugliesi e martinesi. Tra le sue opere principali ” Il repertorio degli scrittori e artisti martinesi”, ” Martina Franca ieri” , ” Vangelo popolare pugliese ” ” Poesia e tradizioni popolari a Martina Franca e nella Murgia dei Trulli” . Le vicende storico-politiche sono state ricostruite nel saggio “Pipistrelli e Crumiri” che riunisce studi pubblicati su diverse riviste di storia patria. Prezioso il suo contributo anche per la storia della Musica con la monografia dedicata al musicista del ‘ 700 martinese Giuseppe Aprile. Di recente anche l’ attenzione a Isidoro Chirulli e a Domenico Carella. Uno storico della nostra Comunità che ha contribuito nella seconda metà del Novecento e oltre alla ripresa degli studi sul nostro territorio.
Angelo Marinò, che ha avuto anche dei trascorsi amministrativi nella Dc di Alberico Motolese, era una persona tanto discreta quanto preparata, con lo sguardo sempre attento all’ identità della Comunità alle e sue complesse dinamiche, che trasmetteva con passione da maestro e docente ai suoi alunni. La sua scomparsa lascia un vuoto sul piano umano e culturale perché assottiglia sempre di più la schiera di coloro che hanno dedicato la vita all’amore per la memoria di Comunità. In questo ultimo decennio ci sentivamo spesso per via della sua ” curiosità ” culturale verso Martina. Un pensiero affettuoso lo accompagni unitamente al fraterno cordoglio solidale ai figli e alla famiglia che ha sempre amato.