Agli operai, agli impiegati, ai dirigenti, allo stabilimento Ilva di Taranto insomma, l’arcivescovo Filippo Santoro ha rivolto un messaggio che, a rifletterci, è terribile. “La vita non può attendere, serve un nuovo corso”. Come dire: questa non è vita. Altra dura considerazione di Santoro: se ne sono dette e scritte tante, ma di cambiamenti se ne sono visti pochi. E ancora: non ci si può accontentare di salvare il salvabile, ci vuole innovazione. L’arcivescovo chiede una svolta vera, per il siderurgico tarantino, ed esprime anche parole di rammarico per la mancata pubblicazione, tuttora, in Gazzetta ufficiale, del piano di tutela ambientale.
Cara redazione,
condivido il pensiero attento e denso di significato di sua Ecc.za. Occore dare vita ad un nuovo corso che cerchi di condividere la salute pubblica con il diritto al lavoro. Non si può più aspettare e lasciar passare inutilmente tempo prezioso.