“Auschwitz, Dachau, Buchenwald: nessun campo di prigionia è mi riuscito a soffocare l’afflato di libertà. Molti prigionieri hanno affidato la sorte le loro parole, i loro canti, la loro musica, fiduciosi del giorno in cui quelle tenebre si fossero diradate, avrebbero trovato orecchie per ascoltarli e cuori per accoglierli”. Questa parole, del giornalista francese Thomas Saintuorens sono contenute nel volume “Il Maestro”, edito in Italia da Piemme, che sarà presentato domani 16 aprile a Brindisi, nel Salone di Rappresentanza della Provincia, a partire dalle 18:00, in occasione del Yom HaShoah veHaGHevurah, in italiano: Giorno (del Ricordo) della Shoah e dell’Eroismo.
Yom HaShoah, in Israele, ogni anno al 27 del mese ebraico di Nissan (quest’anno coincidente con il 16 aprile) e preso tutte le Comunità Ebraiche sparse nel Mondo, si svolge con un piccolo ma coinvolgente “rituale”. Alle 10:00 del mattino in Israele (09:00 italiane) in tutto il paese risuonano le sirene per due minuti. In quel momento, tutto Israele si ferma. Si fermano gli autobus e le automobili nelle strade; si fermano le persone, ovunque si trovino e, per due minuti, tutti, anche i turisti che magari per la prima volta si trovano nello Stato ebraico, ricordano i sei milioni e mezzo di ebrei sterminati durante la Shoah. E con essi, anche le altre vittime della furia nazifacista: zingari, disabili, slavi, oppositori politici, omosessuali, testimoni di geova, partigiani combattenti per la libertà.
La data scelta per la Commemorazione coincide con l’inizio della gloriosa Rivolta degli Ebrei nel Ghetto di Varsavia, occupata dai tedeschi, nell’aprile del 1943. A Varsavia, nel Ghetto, si combattè, casa per casa, per mesi, sino all’annientamento totale del Ghetto, nel successivo agosto del 1943. Gli Ebrei polacchi erano soli, poiché non ricevettero alcun aiuto, neanche dalla Resistenza polacca né dal Governo polacco in esilio a Londra, ed armati soltanto con quanto riuscivano a sottrarre agli aguzzini ma il Terzo Reich dovette impiegare battaglioni di truppe d’assalto e l’artiglieria, per molte settimane, per poter infine avere la meglio su anziani, donne e bambini che formavano l’ossatura dei gruppi di resistenza poiché gli uomini adulti per la maggior parte erano stati deportati verso i Campi di lavoro o di sterminio già prima della Rivolta.
Ha scritto, in un messaggio rivolto ai partecipanti alla manifestazione brindisina, il Rabbino Capo di Napoli e del Mezzogiorno, Umberto Piperno: “Il popolo ebraico ha certamente donato al mondo il valore della santità del tempo, della memoria e del ricordo. Questi elementi vanno declinati non solo i relazione agli eventi negativi.” Yom HaShoah è anche la Giornata della ‘Ghevurà’, “ma cos’è la Ghevurà? Questo termine -prosegue Rav Piperno- va tradotto in “eroismo” se adattato all’uomo, ma in effetti è un riflesso della Forza del Signore”.
E prosegue: “L’Eroismo di una vita normale dei sopravvissuti, la creazione di famiglie ricche di figli e di nipoti ed infine la salita verso la terra d’Israele realizzano nell’eroismo quotidiano la profezia di Ezechiele (XXXVIII): le ossa secche che si coprono di carne per svolgere un ruolo fondamentale per tutti noi insegnarci l’eroismo della resistenza e della ricostruzione in una rinnovata luce di benedizione che il Signore stende da Gerusalemme a tutto il mondo”.
A Brindisi, la Comunità Ebraica di Napoli e del Sud d’Italia, di concerto con il neonato Centro Ebraico di Cultura di Brindisi “HaShoresh Doròt” (La Radice delle Generazioni) per Yom HaShoah 2015 presentano il libro “Il Maestro” di Thomas Saintourens, incentrato sulla ricerca che il maestro Francesco Lotoro sta compiendo da oltre vent’anni, per strappare dall’oblio, tutta la musica scritta nei campi di prigionia e di sterminio.
Sinora ha pubblicato una trentina di cd, sotto l’etichetta “Enciclopedia di musica concentrazionaria – KZ” ed un “Thesaurus” di partiture musicali (è da poco stato edito il settimo volume) rintracciate in decine di paesi, in ogni angolo del mondo.
Partito per salvare il lavoro dei musicisti ebrei internati, Francesco Lotoro ha finito per raccogliere (e per salvare) le musiche scritte anche da polacchi cattolici, da slavi comunisti, e poi anche dai prigionieri dall’altra parte della barricata. Persino dei musicisti nazisti prigionieri degli Anglo-Americani.
Presenteranno il volume, edito da Piemme:
– il prof. Furio Biagini, dell’Università del Salento, Presidente di haShoresh Dorot;
il maestro Francesco Israel Lotoro, docente di pianoforte al Conservatorio “U. Giordano” di Foggia, Autore dell’Enciclopedia di musica concentrazionaria – KZ.
Le conclusioni saranno affidate all’avv. C. Yehudah Pagliara, Delegato della Comunità Ebraica di Napoli per la Puglia e la Basilicata.
Modera il Direttore di AgendaBrindisi, il giornalista Antonio Celeste.
Nel corso della serata, il maestro Lotoro eseguirà al pianoforte alcuni brani di musica concentrazionaria.
Di seguito il link per accedere al sito dedicato:
(foto home page: tratta dal sito, su segnalazione del centro di cultura)