Dalle otto del mattino alle dieci di sera. A prostituirsi, sulla strada statale 16. Una di loro ha chiesto a un cliente di accompagnarla dai carabinieri. Per denunciare. Non ce la faceva più, ha detto tutto ciò che fosse necessario per arrestare gli sfruttatori. Vittime bulgare, aguzzini pure e con loro, pure un italiano: un foggiano 73enne. In un casolare di Marina di lesina, in condizioni subumane, erano tenute rinchiuse le ragazze. In un casolare accanto una specie di ufficio, in cui erano tenuti anche i documenti delle vittime della schiavitù. Dovevano portare soldi e se erano pochi, dopo essersi prostituite dalla mattina alla notte, venivano pure picchiate. Anche alcune donne facevano parte del gruppi di sfruttatori: portavano, per esempio, i preservativi alle ragazze costrette a prostituirsi. Se accertate le responsabilità di questa gente, come si suol dire, buttate la chiave.
Le vittime della schiavitù, otto ragazze, sono libere e ospitate in strutture protette.
Bisogna salvare le tante, tantissime altre.
A prescindere dai riti voodoo, in ambito di prostituzione tra soggetti maggiorenni, mi domando il motivo per il quale a cadere vittime della tratta di persone a sfondo sessuale debbano essere sempre le donne straniere, mentre quelle italiane ne debbano essere quasi esenti, sia in Italia, sia all’estero ed il motivo per il quale i marciapiedi del sesso a pagamento si svuotano durante le vacanze natalizie e pasquali ed ad una certa tarda ora di notte, per non dire di osservare le stesse professioniste con uno smartphone in mano ed anche un’autovettura a disposizione. La risposta a tutto questo è quella che la schiavitù del sesso a pagamento non è molto diffusa.
Grazie per il suo intervento. Fosse anche un solo caso, una cosa comunque ignobile. (agostino quero)