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Coldiretti Puglia, bene la Commissione europea per il “secco no allo sbiancamento dei molluschi” "L'acqua ossigenata non puà essere usata come additivo alimentare"

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Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

“Bene la precisazione della Commissione Europea che ha ribadito il secco ‘no’ alla pratica dello ‘sbiancamento’ dei molluschi con acqua ossigenata che non può essere usata come additivo alimentare. Il perossido di idrogeno viene utilizzato per rendere lucidi e apparentemente freschi, cioè appena pescati, prodotti ittici provenienti dall’estero che vengono ‘rivitalizzati’ senza che il consumatore ne sia consapevole.  Spesso l’acqua ossigenata viene associata al Cafados, salito agli orrori della cronaca nell’estate 2010, quando un’operazione dei NAS proprio a Bari ha condotto al sequestro di grosse partite di pescato trattate con questo prodotto chimico. L´additivo veniva acquistato direttamente dalla Spagna prevalentemente tramite Internet. Il cafodos ha un´azione sbiancante e non aggiunge nessun tipo di odore o sapore. I danni che può procurare all’organismo umano sono consistenti. L’esigenza di garantire qualità e sicurezza alimentare ci impone di lavorare sulla promozione al grande pubblico delle eccellenze dei nostri mari. Inutile dire che la Puglia riveste in tale direzione un ruolo di prim’ordine. La pesca e l’acquacoltura comunitaria non soddisfano i mercati dell’unione e circa la metà dei consumi di pesce del vecchio continente dipendono delle importazioni”. E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla puntualizzazione della Commissione Europea rispetto alla pratica diffusa in Italia ed in Spagna.

Il settore soffre la concorrenza sleale del prodotto importato dall’estero e spacciato come italiano, grazie all’assenza dell’obbligo di etichettatura dell’origine. La frode è in agguato sui banchi di vendita in Italia dove più di due pesci su tre provengono dall’estero con il rischio evidente che venga offerto come Made in Italy pesce importato, anche perché al ristorante non è obbligatorio indicare la provenienza.

“Il settore della pesca in Puglia ha subito le ripercussioni di pratiche sempre più illegali e nocive per la salute umana– rileva Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – determinando la crisi  del settore che si trascina da 30 anni e ha causato la perdita del 35% dei posti lavoro e la chiusura del 32% delle imprese, una “rotta persa” da tempo dal settore con una governance debole ed incapace di gestire una politica di ripresa.  Un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni.  La produzione ittica derivante dall’attività della pesca è da anni in calo e quella dell’acquacoltura resta stabile, non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dell’attività tradizionale di cattura”.

Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.

Proprio per valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana che tuteli la qualità e l’identità nazionale del prodotto, Coldiretti ImpresaPesca ha avviato iniziative pilota per la vendita diretta del pesce presso la rete di Campagna Amica.

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