Di seguito un comunicato diffuso dalla Guardia di finanza:
Sono 27 i congegni da divertimento e intrattenimento, tipo slot machine, sequestrati dalla Guardia di Finanza di
Taranto, con la segnalazione alle Autorità competenti di 3 responsabili.
Questo è il bilancio di una serie di controlli condotti nei giorni scorsi dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria e del Gruppo di Taranto a contrasto del gioco illegale e irregolare.
Nel dettaglio, nel corso dell’attività di controllo economico del territorio, che ha riguardato circoli ricreativi
ubicati nel capoluogo di provincia, i Finanzieri jonici hanno scoperto e sequestrato 27 slot machine, risultate non
collegate alla rete telematica dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nonché denaro contante profitto del
gioco illegale. In un caso è stato, peraltro, verificato che la sala giochi controllata era allacciata abusivamente
alla rete elettrica.
Per tali illeciti, le Fiamme Gialle hanno, pertanto, segnalato alle competenti Autorità 3 responsabili.
Sono in corso di svolgimento ulteriori approfondimenti, di natura fiscale, volti ad accertare – da parte delle
associazioni ispezionate – il regolare versamento all’Amministrazione Finanziaria del cosiddetto “Prelievo Unico
Erariale”, tributo commisurato alle somme “giocate” e registrate sui contatori delle macchine.
Nel settore del gioco pubblico la Guardia di Finanza tutela i giocatori da proposte di gioco illegali, insicure e
prive di alcuna garanzia, salvaguardando le fasce più deboli, prime fra tutte i minori.
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Di seguito un comunicato diffuso dalla polizia:
La Polizia di Stato ha portato a termine un’operazione di “alto impatto” in alcuni quartieri della città, con la collaborazione del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce e delle Unità Cinofile della Polfrontiera di Brindisi, finalizzata al contrasto di qualsiasi forma di illegalità con particolare attenzione allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Questa capillare attività di controllo del territorio e di prevenzione dei reati, fortemente voluta dal Questore di Taranto Massimo Gambino, ha come ulteriore fine quello di infondere ed accrescere nella comunità la convinzione di essere maggiormente tutelata da reati predatori e di avere al proprio fianco gli uomini e le donne della Polizia di Stato.
La Task Force di poliziotti, dislocata in particolare nel rione Tamburi di Taranto, ha eseguito 9 perquisizioni domiciliari a carico di soggetti con precedenti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, denunciandone due perché ritenuti presunti responsabili di reiterato esercizio abusivo dell’attività di parcheggiatore. Sono stati effettuati 5 posti di controllo, controllato 96 veicoli, identificato 192 persone, elevato 5 sanzioni amministrative per violazione delle norme del Codice della Strada e sottoposto a sequestro 2 veicoli.
Nel corso delle perquisizioni domiciliari effettuate, i poliziotti hanno rinvenuto, sul terrazzo di uno stabile, 12 telecamere illecitamente installate, con lo scopo di controllare le vie d’accesso dell’intero isolato. Il materiale rinvenuto è stato sequestrato.
Anche i Falchi della Squadra Mobile, durante i consueti servizi, hanno notato uno strano andirivieni di persone, molte della quali noti tossicodipendenti, all’interno di uno stabile di Via Duca degli Abruzzi.
Dopo una minuziosa attività d’indagine, gli investigatori hanno maturato sospetti che in quello palazzo dimorasse un uomo con alle spalle numerosi precedenti penali tra cui anche quelli per droga.
Per i motivi sopra esposti, i poliziotti hanno eseguito una perquisizione personale e domiciliare, a seguito della quale hanno rinvenuto un involucro di cellophane bianco termosaldato contenente sostanza stupefacente, in pietra, del tipo cocaina del peso lordo di circa 11 grammi; un involucro di cellophane bianco con all’interno 14 involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo cocaina del peso lordo di 8 grammi circa e la somma di 245 euro suddivisa in banconote di vario taglio, presumibile provento dell’attività illecita.
Tutto il materiale è stato sequestrato e trasmessi gli atti all’Autorità Giudiziaria competente, il 40enne è stato arrestato.
Si ribadisce che per gli indagati vige il principio della presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva.
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Di seguito un comunicato diffuso dai carabinieri:
Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto sono stati impegnati in una campagna di controlli in aziende agricole ed allevamenti, effettuati nel versante orientale della provincia, unitamente ai militari del N.A.S. e del N.I.L. e del personale del Servizio Veterinario dell’A.S.L. del capoluogo jonico.
Complessivamente, sono state comminate sanzioni amministrative per un importo pari a € 32.000 circa, e denunciate all’Autorità giudiziaria la titolare ed una dipendente di un’azienda agricola.
Di diversa natura sono state le irregolarità rilevate durante i controlli. In particolare, in un allevamento di ovini, a fronte del numero dichiarato dall’azienda, è stata rilevata l’assenza di 100 pecore, di cui non è stata riscontrata traccia. Le strutture dove era ricoverato il bestiame, peraltro, sono risultate fatiscenti e potenzialmente pericolose per la salute degli animali stessi che, per esempio, avrebbero potuto ferirsi per la presenza di numerose sporgenze taglienti in metallo, specialmente lungo la recinzione. Recinzione, oltretutto, realizzata anche mediante l’utilizzo di una transenna di proprietà del Comune ove insiste l’allevamento (con tanto di cartello dell’amministrazione comunale), sulla cui provenienza sono in corso accertamenti. E’ stata anche rilevata la realizzazione di due imponenti tensostrutture, di circa 1.200 mq complessivi, risultate prive di qualsiasi autorizzazione.
Nel punto vendita, inoltre, sono state trovate uova non tracciate, e pertanto potenzialmente pericolose per la salute dei consumatori, e rilevata l’assenza dei filtri per evitare che sostanze altamente inquinanti potessero essere sversate nel sistema fognario. Anche dal punto di vista della regolarità del personale impiegato, è stata contestata la mancata disponibilità dei dispositivi di protezione individuale, nonché l’irregolarità della posizione di un lavoratore.
Ancora, nel corso dei controlli, insospettiti da un cavo collegato alla rete pubblica, i Carabinieri hanno scoperto un allaccio abusivo, abilmente camuffato da una struttura muraria che i militari hanno dovuto demolire, ipotizzando un furto di energia elettrica per un totale di € 120.000.
Altre irregolarità sono emerse anche in materia di prevenzione incendi, considerato che in una struttura dove erano stoccate decine di balle di fieno, peraltro a poca distanza da alcune abitazioni, non era presente neanche un estintore, con immaginabili conseguenze in caso di incendio ed esposizione a grave potenziale pericolo per persone e animali.
Al termine del controllo, sono state, infine, imposte diverse prescrizioni a cui l’azienda dovrà, nei tempi prescritti, adeguarsi. Ma già da subito è stato imposto il divieto di vendita o acquisto di capi di bestiame.
Ulteriori mancanze sono state contestate, nel corso di altro controllo effettuato in un’altra azienda agricola della provincia, per la quale è stata disposta l’immediata sospensione dell’attività di allevamento. Anche in questo caso, è stato riscontrato un presunto furto di energia elettrica.
Il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Col. Gaspare Giardelli, ha sottolineato che i controlli, che proseguiranno anche in altre aree della provincia, rientrano in una più ampia azione dell’Arma finalizzata ad elevare gli standard di sicurezza nelle campagne. In un territorio ad alta vocazione agricola, infatti, l’attività di controllo è sempre più avvertita come necessaria, anche con finalità preventiva in relazione a fenomeni criminali quali i furti, i danneggiamenti e il pascolo abusivo, oltre che per tutelare la salute dei consumatori, la sicurezza dei lavoratori e l’attività degli imprenditori impegnati nella produzione di eccellenze tipiche della provincia jonica.
Si evidenzia che, per le persone segnalate all’Autorità giudiziaria, l’eventuale responsabilità penale dovrà essere accertata con sentenza definitiva, valendo, fino ad allora, la presunzione di innocenza.