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Taranto, le aziende dell’indotto Ilva potrebbero licenziare i lavoratori o bloccare le forniture Dopo la mancata approvazione dell'emendamento, causata dal no del governo

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Documento di Confindustria Taranto dopo il mancato emendamento a favore delle aziende dell’indotto Ilva. Le aziende, è scritto, tornano in stato di agitazione e non esclude di “mettere in libertà” i lavoratori né di bloccare le forniture al siderurgico tarantino. L’emendamento, proposto da parlamentari Pd (soprattutto del territorio ionico) ha trovato la strada sbarrata in commissione Finanze della Camera. Proprio il capogruppo del partito democratico in quella commissione, il tarantino Michele Pelillo, ha dato notizia del mancato via libera, causato dal diniego del governo. Le aziende dell’indotto sono creditrici complessivamente per circa 150 milioni di euro, l’accesso agevolato al fondo di garanzia (secondo l’emendamento) avrebbe rappresentato una boccata d’ossigeno. Ma niente emendamento.


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