Di Franco Presicci:
Sarà l’aria che vi si respira, l’incanto del paesaggio, la pace, la forza destino, certo è che a Martina Franca spesso si accende una stella. E allora tutti a guardarla, ad ammirarla, a bearsi di quella luce. Leo Muscato, regista e drammatugro, studi di regia alla scuola d’arte “Paolo Grassi” di Milano, ha una bella carriera da mostrare. Tra opera e prosa. Dal 2001 ha portato in scena 30 composizioni liriche e altrettanti testi teatrali. Ha prodotto per il Teatro alla Scala, per il Petruzzelli, per il Maggio Musicale Fiorentino e per tanti altri templi anche all’estero, compreso il Greek National Opera. E naturalmente ha portato a casa molti riconoscimenti, tutti prestigiosi. Il più recente, in onore della sua più che brillante attività, il trentasettesimo “Mario Campus”, intitolato al giornalista che si prodigò per il Festival di Spoleto e e il Festival della Valle d’Itria; un Premio ideato dal compianto Elio Greco, presidente di Fondazione Nuove Proposte, e oggi continuato dalla figlia Cinzia.
Durante la cerimonia di premiazione, nel ridotto dei palchi Arturo Toscanini, alla Scala, il professor Francesco Lenoci, docente all’Università Cattolica di Milano, nella sua “laudatio”, ha tratteggiato icasticamente la personalità di Leo Muscato, la sua genialità artistica, l’impegno, la passione; e lo ha fatto con parole toccanti, anche ricordando il luogo di nascita, la culla del Maestro: Martina Franca, la città che custodisce gelosamente la bellezza che Dio le ha donato.
Lenoci, conferenziere esperto e coltissimo, viaggiatore culturale infaticabile, ha cercato d’intercettare l’uomo oltre l’artista, il suo amore per la sua città d’origine, la città del sole, della luce, del ristoro. Il Premio Campus – ha detto tra l’altro – viene assegnato a personalità illustri, che danno sempre più valore alla cultura, offrendo al pubblico, non soltanto ai melomani, opere che rimarranno e saranno celebrate dai posteri. E Leo Muscato, 51 anni, illumina il panorama culturale italiano e internazionale”. E ha aggiunto: “Un tributo non solo al suo talento registico , ma anche alla sua capacità di raccontare storie che coniugano tradizione e innovazione”.
Il Premio comprende un’opera pittorica di Manuel Campus e una mini-biblioteca di 50 volumi, che Leo Muscato ha voluto donare ad un carcere, nella speranza che la lettura contribuisca alla rinascita umana dei detenuti e il loro reinserimento nella società.
La serata alla Scala, com’era prevedibile, rimarrà nella storia del Teatro. La scenografia dell’opera andata in scena, “La Forza del Destino” 2024 rappresenta le guerre, ma non per esaltarle, essendo la guerra, come afferma don Tonino Bello, “il più sacrilego dei peccati”; ma per condannarle, esecrarle. Infatti il soprano Anna Neprerbko alla fine canta: “Pace, pace, mio Dio”. E quel canto dovremmo ripeterlo tutti a gran voce contro tutti i conflitti in corso, che stanno portando feriti, morti, distruzioni di Paesi.
Per Leo Muscato l’opera dell’altra sera, che ha inaugurato la stagione 2024 del tempio della lirica, è stata l’affermazione della sua grandezza, della sua genialità e un orgoglio per gli italiani e tutti i martinesi, non solo quelli presenti alla Scala per acclamarlo con grande entusiasmo, presenti Bruno Vespa, Lilli Carlucci e tanti altri protagonisti dello spettacolo, del giornalismo, dell’imprenditoria.
Questo figlio della città dei trulli e del belcanto, della terra rossa e degli ulivi – la città benedetta da Dio, come disse tantissimi anni fa Alessandro Caroli presentando il suo libro, “Musica in Valle d’Itria”, sul Festival nato da una sua idea – ha inanellato un altro trionfo ai tanti conseguiti nel corso della sua brillante carriera. Come quello che contrassegnò il suo contributo al Festival della Valle d’Itria, uno dei momenti più esaltanti della musica lirica italiana. In occasione del cinquantesimo anniversario il regista e drammaturgo ha realizzato il documentario “L’Utopia della Valle”, opera in grado di fare splendere ancora di più quell’angolo di Martina voluto da Dio, dando anche ancora più lustro al Festival che veniva celebrato durante le presentazioni al Piccolo Teatro di Milano da Franco Punzi, allora presidente. L’esimio Maestro, che andando per il mondo, si porta appresso il cuore di Martina, appena sono esplose le luci della ribalta della Scala, ha offerto un capolavoro verdiano e la prova che il teatro, come diceva Paolo Grassi, “è il luogo dove si vede cio che è invisibile agli occhi”. Il mondo intero si è emozionato, grazie a lui.
Ripercorrere l’itinerario artistico di Leo Muscato non è impresa da poco. E bisogna pur farlo, perché non tutti conoscono i grandissimi passi da lui compiuti. Nel 2007 l’Associazione Nazionale dei Critici Teatrali gli ha assegnato il Premio della Critica come miglior regista teatrale; nel 2012 i critici musicali il Premio Abbiati come miglior regista d’opera; nel 2016 la Fondazione Verona per l’Arena gli ha assegnato l’International Opera Awards – Opera Star (oscar della lirica), come miglior regista … Per tre anni (dal 2019 al 2022) è stato direttore artistico della Compagnia Teatrale di Luigi De Filippo, figlio di Peppino. Del 2015 il suo documentario ”Geometrie Anarchiche”, prodotto da Fruit ADV,, co-diretto da Laura Perini, con Vincenzo Mollica, Tullio Pericoli, Giobbe Covatta…
Instancabile attività artistica, sempre di altissimo livello, come “La forza del destino” alla Scala L’8 dicembre, “opera sontuosa, importante, da far tremare le gambe a tutti, con contenuti molto più alti di una prima lettura”, ha detto Muscato; opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, testo di F. M. Piave. La prima volta andò in scena al Teatro Imperiale di San Pietroburgo il 10 novembre del 1862. e fu accolta con grande slanci dal pubblico e dalla ceritica. Il 7 febbraio del 1863 in Italia. Verdi non era convinto del testo, lo rivide e lo presentò alla Scala il 27 febbraio 1869.