Di seguito un comunicato diffuso da Asl Bari:
Marito e moglie intossicati da monossido di carbonio sono stati salvati la notte scorsa all’Ospedale San Paolo grazie alla cura tempestiva con ossigenoterapia. L’uomo, 66 anni, e la donna, 63, avevano acceso due bracieri nella loro abitazione nelle campagne di Canosa di Puglia. Intorno alle 23 di ieri sera hanno cominciato ad accusare i primi sintomi della intossicazione: la signora ha perso conoscenza, l’uomo è stato colpito da una improvvisa astenia. Dopo un primo accesso al pronto soccorso più vicino, la coppia è stata trasferita all’ospedale San Paolo e affidata ai professionisti della Medicina Iperbarica. I due coniugi sono stati trattati e sottoposti a ossigenoterapia iperbarica, la cura salvavita per intossicazioni da monossido di carbonio. Le loro condizioni sono ora migliorate e stabili, proseguiranno la terapia nelle prossime ore per evitare ulteriori conseguenze.
Il monossido di carbonio è un gas inodore, insapore e incolore, causa frequente di avvelenamento ma, purtroppo, poco conosciuto e molto sottovalutato. “Solo nel periodo natalizio appena trascorso – ha aggiunto Vernotico – sono state trattate da noi una decina di persone. Si tenga conto che non tutti gli intossicati si recano al pronto soccorso e non tutti quelli che si recano in ospedale vengono attenzionati alla Medicina Iperbarica”.
I primi sintomi dell’intossicazione sono: cefalea, nausea, vomito, vertigini fino ad arrivare alla perdita di conoscenza e al coma. Possono associarsi sintomi cardiologici di tipo infartuale (senso di costrizione al petto).
L’ossigeno iperbarico, disciogliendosi nel plasma, oltre ad ossigenare i tessuti (in primis il cervello e il cuore) che non stanno ricevendo ossigeno a causa del monossido di carbonio, velocizza il distaccamento del monossido di carbonio dall’emoglobina.
A Bari, ad erogare questo tipo di terapia è l’Unità Operativa di Medicina Iperbarica dell’ospedale San Paolo, che garantisce assistenza 365 giorni l’anno, h24.