Il presidente del consiglio comunale di Taranto, Piero Bitetti, e la consigliera comunale Stefania Fornaro stamattina hanno tenuto una conferenza stampa. I due esponenti del movimento Con hanno annunciato che passano all’opposizione al fine di una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Rinaldo Melucci.
Bitetti-Fornaro ovvero l’ago della bilancia nella crisi al Comune di Taranto. Senza di loro, nella recente seduta del consiglio comunale, non venne raggiunto il numero legale per la discussione della mozione di sfiducia. Con loro in aggiunta, ci sarebbero le condizioni per arrivare ai 17 voti necessari alla sfiducia.
In caso di scioglimento del consiglio comunale entro il 24 febbraio si andrebbe ad elezioni amministrative anticipate l’8 giugno. Con la mozione di sfiducia non si farebbe in tempo per quest’anno e si prospetterebbe un commissariamento fino alla primavera 2025. L’alternativa per far prima del 24 febbraio potrebbe essere rappresentata dalle dimissioni contestuali e contemporanee della maggioranza dei componenti l’assemblea, ovvero 17 consiglieri comunali.
Di seguito l’articolo 52 della Legge 267/2000, Testo unico sugli enti locali:
Articolo 52 Mozione di sfiducia 1. Il voto del consiglio comunale o del consiglio provinciale contrario ad una proposta del sindaco, del presidente della provincia o delle rispettive giunte non comporta le dimissioni degli stessi. 2. Il sindaco, il presidente della provincia e le rispettive giunte cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dalla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio. La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri assegnati, senza computare a tal fine il sindaco e il presidente della provincia, e viene messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene approvata, si procede allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un commissario ai sensi dell'articolo 141.