Scrive Cinzia Palmisano, titolare di Arteebellezza-Locorotondo:
Caro governo, sono una parucchiera con 30 anni di attività e 5 dipendenti parlo a nome della categoria se non farete un decreto adeguato rischiamo davvero di far rimanere a casa il nostro personale e molte attività non ce la faranno a sopravvivere. E se le nostre attività apriranno dando il servizio a una cliente per volta, i ricavi non basteranno per coprire le spese.
Spero davvero che il decreto venga fatto in base ai metri quadri dei saloni e al numero dei dipendenti assunti.
Tenendo presente che la maggior parte delle nostre attività ha i metri quadri essenziali, e la forza lavoro assunta è in base al numero dei servizi effettuati nel mese e durante l’anno.
I metri quadri non devono incidere.
Bisogna creare le adeguate misure di sicurezza e capire il numero di clienti che possono entrare contemporaneamente.
Riapriamo i parrucchieri, non possiamo essere gli ultimi, perché il nostro è un servizio di primaria necessità.
Fa parte della cura della persona e le donne e gli uomini hanno necessità di essere in ordine e curati, anche perché ce ne sono tante che continuano a lavorare e noi è già più di un mese che siamo chiusi.
La nostra manualità e artigianalità non potrà essere sostituita dalla tecnologia. E se i parrucchieri continueranno a restare chiusi, gli abusivi continueranno a lavorare alle spalle di noi proprietari di partita Iva.
E loro poi avranno anche il bonus di solo 200 euro inferiore al nostro.
Questa è l’Italia.
Vogliamo tornare a fare belle le donne.
Amiamo il nostro lavoro e dovete darci la possibilità di continuare a farlo con passione e dignità.
Cinzia Palmisano Locorotondo