Il più suffragato ed altri fra i primi furono dichiarati, dalla commissione elettorale, ineleggibili. Furono estromessi, così, dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Taranto. Accadde il 23 gennaio.
Quegli esclusi, primo fra essi Vincenzo Di Maggio, hanno presentato ricorso al Consiglio nazionale forense che oggi ha dato loro ragione.
Annullati “integralmente per violazione di legge il provvedimento verbale del 23 gennaio 2023 adottato dalla Commissione elettorale presso l’Ordine degli Avvocati di Taranto e gli atti ad esso successivi e conseguenti” nonché “integralmente per violazione di legge il verbale del 28 gennaio 2023 della stessa Commissione elettorale presso il COA di Taranto e gli atti ad esso successivi e conseguenti”. Fra gli atti successivi e conseguenti, la composizione del Consiglio è l’elezione del presidente. Disposta, “onerandone il COA in carica, la rinnovazione degli atti del procedimento elettorale successivi alla presentazione delle candidature e disposto “altresì che la valutazione delle stesse sia demandata a una Commissione in diversa composizione, organo che dovrà procedere ad una nuova valutazione di ammissibilità delle cinquantasette candidature già presentate”.
Si va verso un controricorso in Cassazione.
C’è un punto che non torna a noi, profani. Annullare il verbale (che è di proclamazIone del Consiglio) e tutti gli atti successivi e conseguenti (inevitabilmente l’elezione del presidente) e poi, nel capoverso successivo, parlare di Consiglio in carica delegandogli anche un onere in questa questione specifica: ma non ne era annullata la proclamazIone?