Di Nino Sangerardi:
Notevole il valore della causa: 923.372.446,16 euro. Aperta dalla società Sud Fondi srl, innanzi ai giudici della Corte di Appello di Bari. Contro la sentenza emessa dal Giudice monocratico, Terza sezione civile, Ottavio Putignano che ha respinto la domanda di risarcimento nei confronti di Ministero Beni Culturali, Regione Puglia e Comune di Bari.
Gli avvocati di Sud Fondi srl ritengono illegittimo il dispositivo giudiziario e, tra l’altro, auspicano “la dichiarazione di responsabilità contrattuale” dei tre enti pubblici con rimborso, in solido, pari a 820 milioni e spiccioli di euro.
In dettaglio, 150 milioni di euro a titolo di indennizzo del controvalore dei suoli di cui Sud Fondi ha perduto proprietà e possesso a seguito di confisca e comunque una somma non inferiore a quella sostenuta per il loro acquisto: 85.530.910,69 euro.
Centotrentaquattro milioni quale rimborso danni emergenti a fronte degli investimenti effettuati e dei debiti accumulati per il parziale intervento edilizio; 152 milioni di euro in merito al lucro cessante,tenuto conto della mancata costruzione della struttura residenziale e la privazione del diritto di mettere a frutto in altra iniziativa; 25 milioni di euro per la “gravissima lesione all’immagine e alla reputazione”; 150 milioni di euro in capo al Comune di Bari stante l’ingiustificato arricchimento in relazione al controvalore attuale delle aree di cui Sud Fondi srl non è più proprietaria; eccetera.
In breve, la società barese fonda la domanda di rimborso sulle condotte delle Amministrazioni pubbliche (Soprintendenza e Ministero Beni Culturali, Regione Puglia,Comune di Bari) che con le loro inesatte informazioni riguardo le connotazioni urbanistiche dei suoli avrebbero “… ripetutamente ingenerato l’incolpevole convincimento dei lottizzanti di poter legittimamente procedere alla loro edificazione”.
I legali di Regione Puglia, Comune di Bari e Ministero sono di parere opposto, e sollecitano i giudici a non accogliere la richiesta della Sud Fondi srl.
Vicenda edilizia e giudiziaria che sboccia nel corso del 1996. Ha per oggetto la realizzazione di immobili dentro la zona costiera denominata Punta Perotti, lungomare di Bari.
Oltre Sud Fondi srl (Gruppo Matarrese) sono coinvolte Mabar srl (Gruppo Andidero) e Iema srl di Antonio Quistelli.
E quindi l’intervento della Procura della Repubblica di Bari e Corte d’Appello e Corte di Cassazione, abbattimento dei manufatti, il ruolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, il Tribunale civile di Bari…
La parola fine quando? Ah, saperlo.