Per caso, in varie arene estive, può capitare di imbattersi in spettacoli all’aperto. Può essere nel chiostro di un palazzo d’epoca, oppure in una tenuta in mezzo ai trulli, o nei giardinetti di un piccolo centro storico, o nel cortile di un castello normanno.
I “Baroni Rampanti”, compagnia teatrale milanese hanno contribuito ad arricchire le nostre serate estive con un piccolo tour, proprio in questi posti, tra Martina Franca, Locorotondo, Cisternino, Ostuni, Carovigno. Abbiamo incontrato ed intervistato per voi il fondatore e regista della compagnia, Martino Palmisano, che proprio a Martina Franca è nato e vissuto, per poi studiare a Milano e restarci, da ormai 30 anni.
Cosa vi ha portato alla scelta di questa commedia e come è stata accolta dal pubblico?
Ci siamo ispirati a “Follie d’Ufficio” di Alessandro Martorelli, che è una commedia leggera, che parla di un argomento comune alla maggior parte del pubblico: invidie e gelosie tra colleghi d’ufficio, esasperate nel momento in cui ad uno di loro spetterà una promozione. Mi ricordava il mio film preferito di Totò, “Chi si ferma è perduto”; quando ho letto il copione me ne sono subito innamorato.
Dopo il lockdown ci voleva un testo allegro
Ovviamente il pubblico si è sentito molto coinvolto, anche perché il linguaggio è molto diretto, comprensibile per tutti. Siamo molto ma molto contenti di aver visto una grandissima partecipazione. Questo ci fa ben sperare perché le collaborazioni iniziate quest’anno possano continuare anche in seguito.che
Nel cast si leggono nomi conosciuti e nomi nuovi
La compagnia esiste da circa 10 anni; gli attori si alternano. Abbiamo una efficace miscela di professionisti e di emergenti. La mia grande soddisfazione è stata di poter avere nel cast Manila Barbati, già conosciuta al pubblico del piccolo schermo per varie collaborazioni sia Mediaset, sia Rai, che ha dato un meraviglioso valore aggiunto al gruppo, e non soltanto artisticamente, ma anche umanamente.
Come sempre accade, i più grandi sono anche i più umili e collaborativi; e così anche Manila Barbati, che ha sommato la sua passione per la danza (è stata per anni insegnante di ballo) a quella per la recitazione. I suoi ingressi in scena sono davvero esplosivi; oltre ad una prosa limpida e metricamente perfetta (orecchio musicale naturale), ha una tale grazia nei movimenti, che ogni suo gesto, ogni sua espressione, trasmette più delle stesse parole.
Scenografia scarna, ma arricchita da un’opera d’arte
Si tratta di Silver Back, il gorilla di Marco Lodola, artista pavese, conosciuto per le sue sculture luminose in plexiglass. Ci serviva un’icona a rappresentare il potere del mega presidente (con reverenza d’ispirazione fantozziana) e, al tempo stesso, a rappresentare l’involuzione della specie. Per un’avanzamento in carriera siamo disposti a tirare fuori il peggio di noi stessi.
L’accostamento di più forme d’arte è una costante delle sue regie
Sì, la presenza fisica del pubblico è per me un fatto sempre più straordinario, vista la concorrenza di cinema, e cable tv; voglio offrire tutto quello che posso, oltre alla recitazione. Spesso la colonna sonora dei miei spettacoli è suonata dal vivo. Memorabile è una versione di “Novecento” di Baricco, con piano e contrabbasso; la mia prima regia (“13 a tavola”, ndr) aveva due chitarristi in scena. Questa volta, invece della musica dal vivo, abbiamo questo capolavoro di Marco Lodola; unico pezzo di scenografia trasportato apposta da Milano. Per il futuro: continua il tour “Follie d’Ufficio” a Milano tra fine settembre e ottobre, dove saremo in scena allo Spazio Tertulliano e in altri teatri lombardi. E contiamo di replicare questa commedia per l’intera stagione 2020/2021.
Ci piace alternare testi leggeri a testi più impegnati: il nostro prossimo progetto, tratto da Venere in Pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch, vedrà in scena ancora Manila Barbati e debutterà a Milano nel febbraio 2021.
(foto: Manila Barbati e Raffaello Coletta, castello Dentice di Frasso-Carovigno)
