Di seguito un comunicato diffuso dal parlamentare Gianfranco Chiarelli:
Fino alla fine dell’anno in corso e per tutto il 2015 i lavori di manutenzione delle navi non potranno godere di risorse né ordinarie né straordinarie. Notizia che abbiamo appreso da una delle fonti più autorevoli, ovvero il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, l’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, che ha di recente incontrato a Taranto il presidente di Confindustria e quello della Sezione Navalmeccanica. Eppure in più occasioni, e in alte visite in città lo stesso Ammiraglio aveva confermato la strategicità dell’Arsenale di Taranto, e si era appreso dell’apertura della struttura militare a lavorazioni di unità mercantili. In realtà la questione è sicuramente più complessa e riguarda nella totalità il sistema produttivo tarantino. Non si tratta più di singole vertenze ma di un crollo complessivo; sembra quasi esserci una strategia che, partendo dall’Ilva, passando dall’Eni, dalla chiusura di diverse realtà produttive (vedi ad esempio Vestas e Marcegaglia), attraverso ritardi per lo sviluppo del porto e la carenza di infrastrutture in tema di mobilità, ha ormai messo in ginocchio l’intero territorio ionico. In particolare, dietro la spending review e la riorganizzazione della Marina Militare, in realtà si cela la progressiva desertificazione del tessuto produttivo locale. Non è possibile che tutti i risparmi e tutti gli accorpamenti debbano realizzarsi a danno di un territorio così gravato da una crisi economica ed occupazionale senza precedenti. L’arsenale militare di Taranto deve mantenere la sua centralità nel sistema della difesa italiana e mantenere il suo livello produttivo ed occupazionale. In questo senso sarà mia premura inoltrare al più presto una interrogazione al ministro Pinotti al fine di sollecitare il governo ad assumere ogni necessario provvedimenti per evitare qualunque ulteriore taglio di fondi e garantire la continuità produttiva dello stabilimento.