Di seguito un comunicato diffuso da Benedetta Dentamaro, Più Europa:
A Giovinazzo questo pomeriggio alle 18,30 è convocata una manifestazione cittadina per sollecitare il comune ad attivarsi nella questione percolato, i residui liquidi che fuoriescono dalla discarica di San Pietro Pago e hanno ormai invaso le campagne circostanti. La discarica è chiusa dal 2015 e il comune avrebbe dovuto occuparsi della messa in sicurezza e smaltimento del percolato a seguito del fallimento della società Daneco.
Secondo l’agenzia ambientale ARPA Puglia, la situazione è già nota da almeno due anni, sebbene i primi rilevamenti siano stati effettuati solo alla vigilia della manifestazione.
I cittadini chiedono innanzi tutto che sia svolta un’indagine sulla natura di questi fiumiciattoli, per chiarire se si tratti di liquidi (e gas) dannosi per la salute, considerato anche che queste acque scorrono negli uliveti e quindi indirettamente finiscono sulle nostre tavole. L’indagine sarebbe coperta da un finanziamento regionale di 800000 euro ricevuto dal comune nel 2017, cui si aggiungono 4,3 milioni di euro per la messa in sicurezza.
“La gestione dei rifiuti è problematica in tutta la Puglia, pensiamo anche alla situazione di Lecce e al rischio di ricevere i rifiuti non smaltiti a Roma. L’UE ha stabilito l’obiettivo di riciclare almeno il 50% dei rifiuti solidi urbani entro il 2020 e ha lanciato recentemente una campagna per eliminare la plastica non riciclabile. È urgente rimettere al centro delle nostre politiche il tema ambiente e sensibilizzare i cittadini alla riduzione dei rifiuti, per esempio incoraggiando a comprare prodotti con imballaggi riciclabili e a fare la raccolta differenziata”.
Di seguito un comunicato diffuso dal deputato Giovanni Vianello:
“Compostare l’organico è una pratica virtuosa ma se non si organizza con criterio può creare moltissimi problemi. È il caso della provincia di Taranto, non solo stretta tra discariche e inceneritori ma anche da maxi impianti di organico, con quantitativi autorizzati che vanno ben oltre il fabbisogno provinciale. Con questa sovracapacità, come con le discariche, diventa inevitabile importare materiale da altre province pugliesi ed extra regionali. È un triste destino quello delineato dalla Regione Puglia e dall’ente Provincia che peggiorerà, visto che la Regione vuole, con la complicità dell’Amministrazione comunale, un nuovo maxi impianto da biogas da 60.000 tonnellate annue a Pulsano, aumentando ancora di più la possibilità di attirare organico da ogni parte d’Italia. Non ci sono scuse: si ignorano completamente le costanti proteste esistenti anche nella nostra provincia contro i miasmi derivanti dagli enormi siti di compostaggio. Il malcontento manifestato dai cittadini e dall’Amministrazione di Poggiardo è lo stesso di quello più volte palesato dai residenti di Ginosa, Laterza e Manduria ma la Regione ignora il grido di aiuto dei cittadini della provincia di Taranto, anzi lo vuole soffocare. Questo aspetto non può essere tenuto sottaciuto!”.
Lo dichiara il deputato tarantino del Movimento 5 Stelle, membro della commissione Ambiente e della commissione d’inchiesta sulle ecomafie, commentando la notizia del trasferimento, dal sito di biostabilizzazione di Poggiardo agli impianti di compostaggio di Ginosa, Laterza e Manduria, dell’organico prodotto in 46 comuni concentrati nel Leccese.
“Attualmente sono quattro gli impianti di compostaggio presenti nella provincia di Taranto: Eden 94 a Manduria che già annualmente è autorizzata a trattare ben 60 mila tonnellate di rifiuti, la Progeva di Laterza con le sue 45 mila tonnellate l’anno, l’Aseco di Ginosa con 80 mila tonnellate annue e Amiu di Taranto a Statte con 15.500 tonnellate annue. Un totale di circa 200 mila tonnellate a fronte di un quantitativo di circa 34 mila tonnellate di organico prodotte dalla provincia nel 2016. Il resto è arrivato da fuori provincia attraverso viaggi lunghissimi su strada da parte dei mezzi. Alle circa 200 mila tonnellate annue autorizzate, si aggiungeranno le 60 mila t/a autorizzate per Pulsano ma con un’aggravante: l’obiettivo principale del maxi impianto di Pulsano sarà quello della produzione di biogas per incassare gli incentivi, a scapito della qualità del compost”, aggiunge il deputato che lancia un appello al neo Presidente della Provincia, Gugliotti: “Si faccia carico della proposta di diminuire i quantitativi autorizzati dagli impianti di Laterza, Ginosa e Manduria e si opponga quindi alla realizzazione del maxi impianto di Pulsano”.
“Occorre – conclude Vianello – che il Piano regionale dei rifiuti sia incentrato su impianti molto più piccoli (max 30 mila t/a) e diffusi su tutto il territorio regionale con tre immediati benefici: evitare i lunghissimi viaggi di camion carichi di organico dai comuni pugliesi alla provincia di Taranto, diminuzione dei costi di conferimento (visto che si risparmierebbe nel costo del viaggio che sarebbe più breve), diminuzione dell’impatto odorino (dato che un piccolo impianto emana molto meno odore rispetto a un maxi impianto industriale)”.