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Coronavirus, cosa cambia in Puglia dopo un anno col vaccino Il confronto sui dati

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Di Francesco Santoro: 

I vaccini sono un’efficacissima arma nella guerra contro il Covid-19: a dirlo sono i dati su contagi, decessi e ospedalizzazioni diffusi nel pomeriggio dalla Regione Puglia. Confrontando i numeri del 17 dicembre 2020 quando la vaccinazione non era ancora iniziata -le prime iniezioni in Italia risalgono alla fine dello scorso anno-, la situazione è notevolmente migliorata e tutto ciò grazie soprattutto all’ampia disponibilità di sieri anti-Coronavirus e all’adesione in massa dei pugliesi alla campagna di protezione dalla malattia. Secondo l’amministrazione regionale, infatti, l’88,09 per cento della popolazione over 12 ha ricevuto almeno una dose.

I numeri non mentono mai: 365 giorni fa il tasso di positività rispetto ai 10.728 tamponi eseguiti era del 10 per cento; 179 persone si trovavano in terapia intensiva e 1.474 pazienti Covid erano affidati alle cure del personale sanitario negli altri reparti ospedalieri. E ancora, si registrarono 43 decessi. Un anno più tardi, con le varianti Alfa e Delta, quest’ultima estremamente contagiosa e prevalente già in estate, in circolazione e la ancora indecifrabile Omicron in agguato (il numero di casi accertati è salito a 7), il tasso di positività in relazione ai 25.627 test processati -più del doppio rispetto allo stesso giorno del 2020- è del 2,58 per cento; i ricoveri in terapia intensiva sono appena 26, mentre 142 malati occupano i posti letto di Malattie infettive, Pneumologia e Medicina.


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