Si cerca di capire chi e perché. Il pubblico ministero ha detto chiaramente che si tratta di duplice omicidio e che la pista dell’omicidio-suicidio, dalla mattinata, non esiste più. Una terza persona, all’esterno del palasport di Pordenone, ha sparato due colpi in testa a Trifone Ragone, 29enne originario di Monopoli, e tre pistolettate in testa a Teresa Costanza, trentenne di Agrigento, e li ha ammazzati. Un’esecuzione. Non ci sono apparenti motivi di possibili, chiari moventi: una coppia dalla vita tranquillissima quanto affiatata, nessuna minaccia per nessuno dei due a quanto hanno finora appurato gli investigatori. Cercare chi e perché, dopo una giornata dal ritrovamento dei due corpi (scoperti da un istruttore di judo) è complicato, per ora. Trifone Ragone, sottufficiale dell’Esercito, era in procinto di essere trasferito in maniera temporanea da Cordenons, 132/mo reggimento Carri, a Milano in occasione di Expo. Teresa Costanza, una laurea alla Bocconi, aveva recentemente trovato un impiego in un’agenzia assicurativa delle Generali e aveva palesato, anche in palestra parlando con alcune persone, una vera e propria felicità. Gente tranquilla, una coppia felice, una bella coppia (lui mister Lignano Sabbiadoro) con la passione per l’attività fisica, anche a livello agonistico: lui faceva pesi. Una vita normale e bella. L’apparenza è questa. Cosa abbia azionato una mano omicida, e perché, è il compito non semplice di chi indaga. A Pordenone sono arrivati i fratelli di Ragione e i genitori di Teresa Costanza.