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San Marzano di San Giuseppe: processione della legna Oggi

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Processione della legna oggi pomeriggio a San Marzano di San Giuseppe.

Un rito antico e molto sentito, sempre vivo nella comunità di circa 9.000 abitanti posizionato sull’altopiano di una collina calcarea delle Murge Tarantine, un antico centro albanese della regione che fa parte dei cinquanta Comuni albofoni d’Italia. Risalgono ad un molto lontano passato le origini del paese, il nome Marzano deriva dalla gens romana “Marcia” (gruppo di famiglie) che al momento dell’Impero Romano si era stabilito nella zona, il prefisso “San” deriva dal greco e significa agricoltore, invece il seguito del nome “San Giuseppe”, aggiunto in tempi più recenti dopo secoli di giurisdizione baronale e marchesale, risale al 7 settembre del 1866 quando il sindaco di San Marzano, deliberò che al nome del paese fosse aggiunto il suffisso “San Giuseppe“ comunicando in questo modo la volontà unanime dei concittadini segno di una devozione antichissima al Santo. Infatti il culto di San Giuseppe risale nella comunità di San Marzano, già dal XVII secolo, portato dalla terra d’origine dai profughi albanesi di rito greco-ortodosso, che qui si stabilirono nella prima metà del Cinquecento, protettore della famiglia, dei poveri, degli orfani e dei falegnami e che divenne patrono della cittadina dal 1866, sino ad allora patrona del paese era invece la Madonna delle Grazie.

L’origine del rito della processione della legna è da reperire in un evento avvenuto agli inizi del 1800 che è rimasto nella memoria collettiva degli abitanti di San Marzano di S.G.. A causa delle temperature molto rigide e delle troppe ristrettezze, quell’anno gli abitanti del paese decisero di rinunciare ai piccoli falò che usualmente venivano offerti a S. Giuseppe nei vicoli cittadini. Ma durante la notte della vigilia si scatenò sul paese un violento nubifragio che causò molti danni nelle campagne. Questo venne interpretato come un atto punitivo del santo e i saggi del paese decisero di offrire a San Giuseppe un unico grande falò da accendere sul largo Monte “Laerte Mali”, così grande e con fiamme altissime che fu visibile dai paesi limitrofi. E, da allora, la processione dei carri e delle fascine per accatastare la legna per il grande falò rimane il momento più importante dell’anima popolare e religiosa dei sanmarzanesi. Carri carichi di fascine di ulivo trainati da cavalli, e accompagnati da tanti fedeli che, in tutti i modi, trasportano le fascine in onore di San Giuseppe.

Durante il percorso della processione, lungo circa tre chilometri, si passa davanti la chiesa madre e molti si inginocchiano davanti alla statua del santo, venerata nella chiesa parrocchiale di San Marzano ed esposta per l’occasione sul sagrato in segno di profonda devozione. Sono tanti i proprietari di cavalli che insegnano questo gesto anche al proprio animale, nella speranza che il santo protegga anche loro. I carrettieri “li travinieri” sono i grandi protagonisti della processione, con i cavalli addobbati per l’occasione con eleganti finimenti e con il loro traino carico di fascine e sormontato da un’effige del Patrono. La processione della legna si conclude con l’accatastamento delle fascine in un grande piazzale, la celebrazione della messa da parte del parroco, la benedizione della legna e l’accensione del falò. Inoltre per tranquillizzare chi ritenga che i cavalli trainano carri troppo pesanti, considerato che la manifestazione è stata oggetto negli anni passati di contestazioni ed esposti da parte di associazioni ambientaliste che denunciano il presunto maltrattamento degli animali utilizzati per il traino dei carri, sarà presente il personale del Dipartimento di Prevenzione della ASL Taranto (SIAV “A” e SIAV”C” – Veterinari Ufficiali e TdP Ispettori ASL). Quella del Veterinario Ufficiale è l’unica figura istituzionale preposta al riscontro del maltrattamento animale, reato penale regolamentato da precise norme europee e nazionali. Presenti, inoltre, personale dei Carabinieri della locale stazione, dei Carabinieri Forestali, del Comando di Polizia Locale e delle associazioni di volontariato. (Francesco Ruggieri)


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