Protesta di un gruppo di lavoratori Isolaverde, stamani. Gli operai si sono piazzati sul tetto del palazzo del governo, sede dell’amministrazione provinciale di Taranto. Ci sono 231 lavoratori senza stipendi da un anno e la prospettiva del licenziamento, per quei dipendenti della società facente capo alla Provincia di Taranto, è sempre concreta, al di là delle proroghe dei termini.
Di seguito una comunicazione diffusa da lavoratori Isolaverde:
In questi giorni si sta consumando il drammatico epilogo della vicenda legata a Taranto Isolaverde spa, che ha schiantato la vita di 215 lavoratori
Viviamo in un territorio martoriato che non ha bisogno di altri disoccupati. Siamo (ancora per poco) dipendenti di una società pubblica che avrebbe dovuto avere le carte in regola per accompagnare tutti i lavoratori alla pensione. Ci sentivamo al sicuro e, anche se i nostri stipendi sono sempre stati ben al di sotto della media, potevamo guardare al futuro e fare dei progetti, sebbene a costo di enormi sacrifici. Un mutuo, gli studi dei nostri figli, o semplicemente vivere dignitosamente del proprio lavoro.
Anni di sprechi, mala gestione, clientele hanno drammaticamente eroso tutte le nostre legittime aspettative di sicurezza. Possibile che nessuno avesse il dovere di vigilare, consentendo che la società andasse fuori controllo? Possibile che a pagare siano solo i lavoratori che mai avrebbero potuto impedire tutto quello che è accaduto?
Quando il problema è emerso nonostante un lungo periodo di cassa integrazione, non ci siamo scoraggiati e, a costo di sacrifici che si fa fatica a raccontare, abbiamo accettato due anni di contratto di solidarietà con una decurtazione dello stipendio da far tremare i polsi. Stipendio, che nell’ultimo anno non ci è nemmeno stato erogato.
Quando era ormai chiaro che non c’era più speranza di salvare il lavoro, il Presidente della Provincia ha lanciato una proposta su cui lavorare. Se il restauro del Palazzo degli Uffici fosse stato effettuato con fondi Cis, le risorse economiche accantonate dalla Provincia per quello scopo sarebbero state svincolate e destinate con un atto di volontà politica al rientro dallo stato di liquidazione di Isolaverde. Ma ci sarebbe voluto del tempo e Isolaverde non poteva più reggere. Il 25/11/2015 eravamo al capolinea. Il tavolo istituzionale non si era ancora espresso e questo voleva dire che avremmo dovuto essere licenziati il giorno dopo. Eravamo disperati.
E’ stato allora che ci è stato proposto l’ennesimo sacrificio. Accettare un periodo di sospensione non retribuita dal lavoro, pur di non essere licenziati ed attendere che si concretizzasse l’ipotesi legata al Palazzo degli Uffici. E noi, pur di salvare il posto di lavoro, abbiamo accettato anche questo. E’ stato un boccone amaro, ma non avevamo scelta e anche chi in sede di trattativa era contrario a questa ipotesi, ha compreso e ha firmato l’accettazione delle numerose proroghe che si sono succedute nel tempo. Vorrei richiamare l’attenzione di chi legge sul fatto che questa scelta non è stata priva di effetti collaterali. Se alla fine di questa vicenda saremo licenziati, il nostro sussidio di disoccupazione subirà una decurtazione a causa del periodo di sospensione non retribuita, perché in quel periodo non ci sono stati versati contributi previdenziali.
Ora che il Tavolo istituzionale governativo si è fatto carico del restauro del Palazzo degli Uffici attraverso l’utilizzo dei fondi Cis, chiediamo al Presidente della Provincia il rispetto del protocollo d’intesa siglato il 25/11/2016 e chiediamo a tutti gli esponenti politici del territorio jonico di non voltarsi dall’altra parte, indifferenti. Vi chiediamo di lavorare accanto ai vostri colleghi, pochissimi per la verità, che già lo stanno facendo, per trovare soluzioni atte salvare 215 posti di lavoro, 215 lavoratori, 215 famiglie.
Inoltre chiediamo all’Inps sede di Taranto di prendere definitivamente atto dell’impignorabilità del contributo di solidarietà e di adempiere immediatamente a quanto gli è stato ordinato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali con nota del 04/04/2016, versando sul conto di Isolaverde l’Intero contributo di solidarietà che è di esclusiva spettanza di ogni singolo lavoratore. Non ci è stato risparmiato niente, anche questo ulteriore e vergognoso abuso!