L’idea, in origine, era quella di raccontare il successo dell’orchestra scolastica al concorso di Campobasso. Parlandone con i responsabili, peraltro, era venuto fuori che l’indomani, quella stessa orchestra scolastica avrebbe registrato il video da mandare al concorso Abbado, concorso nazionale, fra tutte le scuole d’Italia cioè, di ogni ordine e grado. Indetto dal ministero. E allora, alla registrazione, bisognava esserci. Saltiamo, dunque, all’indomani.
Via via, nella sala registrazione, che poi altro non è se non il corridoio davanti ad alcune aule, arrivano gli orchestrali: quattro sono di scuola elementare, gli altri 14 sono di scuola media, dell’istituto comprensivo “Giovanni XXIII” di Martina Franca. La più piccola ha nove anni, è del 2006: il batterista, nove anni e mezzo, arriva a malapena all’altezza delle percussioni piazzate più in alto nella batteria. Un ragazzino di seconda media sfiora il metro e novanta. C’è anche il musicista colored, poi alcune ragazzine; la violoncellista, alle prese con uno strumento quasi più grande di lei, la violinista, eccetera. Nel frattempo, mentre gli orchestrali arrivano con spartiti e sedie, il maestro, Giuseppe Congedo, insieme al responsabile della registrazione Graziano De Pace organizza la sistemazione dei 18, per quel lungo pomeriggio. Una mezz’ora per sistemare tutto, poi si parte: arrangiamento del tema di “La vita è bella”. Non renderebbe pienamente l’idea, il racconto della bellezza dell’esecuzione. A quella registrazione partecipa anche, da spettatore, l’assessore comunale alla Pubblica istruzione, Antonio Scialpi, con cui, a margine, si parla di edilizia scolastica. Del bidone che il Comune ha avuto, progetti pronti per rimettere a posto due scuole (proprio la “Giovanni XXIII” e un’altra, la “Battaglini”, da rendere autosufficiente sul piano energetico) e finanziamenti bloccati dopo che erano stati promessi. Bloccati dal governo. E parlano della buona scuola, quelli del governo.
Nel frattempo, in quel corridoio reso sala di registrazione, si suona: bene. E si assiste a diciotto ragazzini (in quella scuola, altri 52 sono impegnati, fanno parte del coro) che per esempio, non stanno a usare la playstation o whatsapp ma sono impegnati con la musica, e a un maestro che impiega (anche) quel pomeriggio, al di là del canonico orario didattico, per valorizzarli. E si pensa a quanti ragazzini e quanti maestri, in quello stesso momento e in tanti tanti altri momenti, sono impegnati, in ogni angolo di Puglia e d’Italia. Magari, un maestro del genere, poi deve essere pure valutato, secondo il progetto della buona scuola: e se becca il preside sbagliato, il preside onnipotente che il governo vorrebbe, quel maestro è a casa. La buona scuola c’è già: viene fatta nel silenzio dell’impegno di professori e maestri sottopagati e con alunni interessati. Succede quasi ovunque. Magari servirebbe un buon governo: per esempio, un governo che dà i finanziamenti promessi.
Ci siamo allontanati dal discorso iniziale, è vero e occorre scusarsi con chi avrebbe voluto semplicemente il racconto di una prova d’orchestra. Ma quella prova, involontariamente, ha provocato anche tante e tante altre riflessioni.