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La violinista di Lecce che oggi compie 31 anni e per questo diventa disoccupata Storia di Roberta Mazzotta, talento della musica e vittima di un'Italia paradossale e falsa

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roberta mazzotta 1Il primo paradosso è proprio negli auguri. Oggi è il suo compleanno. Ma, realisticamente, quali auguri, per una persona che, a causa del suo compleanno, da oggi è disoccupata? Arrivata a 31 anni, Roberta Mazzotta, violinista di Lecce, deve lasciare l’orchestra Cherubini, l’orchestra giovanile fondata da Riccardo Muti.

Lei come chiunque arrivi a questo limite di età. Il problema è che per lei, al momento, non c’è futuro. E non perché non sia brava, ha un curriculum semplicemente spaventoso, ha suonato in varie parti del mondo, diretta dai più prestigiosi maestri d’orchestra. L’ultimo dei quali, in ordine cronologico, Riccardo Muti, è rimasto colpito da quella frase di Roberta, qualche settimana fa, della ragazza: “forse questo è il mio ultimo concerto”, aveva detto durante le prove. Perché un talento della musica, a causa di questa Italia paradossale che si riempie la bocca di cultura ma che in sostanza della cultura non se ne frega quasi niente, è un talento che rischia di rimanere a spasso. Un rischio che è quasi una certezza.

All’agenzia Ansa che l’ha intervistata, Roberta Mazzotta ha detto; “Non lo so cosa farò ora. Ad andare all’estero ho provato nel 2008 in Spagna, ho lavorato per sei mesi, poi anche lì ha chiuso l’orchestra. Anche l’orchestra di Lecce, quella della fondazione Tito Schipa rischia la chiusura. Mi piacerebbe rimanere in Italia. La cosa che mi fa rabbia è che tanta gente che arriva ad avere un curriculum così, e non è da tutti suonare con Muti, in teatri importanti, non viene riconosciuto, l’amarezza mi fa pensare che sarei potuta rimanere a casa in tutti questi anni e adesso sarebbe la stessa cosa. Cosa dovrebbe cambiare? Non si decidono le priorità, si parla di disoccupazione e poi chiudono i teatri, si tagliano i fondi, è normale che le orchestre non sopravvivano, ne risente la musica, ne risente il paese. Però sembra che della qualità e della cultura non interessi a nessuno”. Paradossale, l’Italia: ha un potenziale enorme e piange per la crisi. Falsa, l’Italia: il patrimonio culturale è difeso solo a chiacchiere. Nei fatti è il disinteresse. Oggi lo paga Roberta Mazzotta, di Lecce. Nel giorno del suo compleanno.

(foto: fonte Quotidiano)

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