Di seguito un comunicato diffuso dal Gal Valle d’Itria:
Si è svolta dal 10 al 14 luglio scorsi la study visit in Piemonte che ha visto quali primi attori, i viticoltori della Valle d’Itria. Una cinque giorni realizzata dal GAL Valle d’Itria e dedicata alle più importanti Cantine del territorio delle Langhe e del Barolo.
L’iniziativa è stata realizzata a valere sui fondi FEASR nell’ambito del PSR Puglia 2014/2020 Misura 19 “Sostegno allo sviluppo locale LEADER – (SLTP – Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo)” Sottomisura 19.2 “Sostegno all’esecuzione degli interventi nell’ambito della strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo”. Beneficiari finali dell’operazione sono stati 39 operatori i quali guidati dal direttore del GAL, Antonio Cardone, hanno avuto l’opportunità di conoscere ed approfondire strategie di marketing, tecniche di produzione e storie di famiglia che si sono tradotte in realtà aziendali di successo.
“Il trasferimento di conoscenze reso possibile dalle visite studio non ha eguali perché mette in contatto diretto l’operatore piemontese con quello della Valle d’Itria permettendo a quest’ultimo di porre domande e trovare risposte, guardare e toccare con mano i vigneti e verificare i molti punti di contatto fra le realtà” ha dichiarato il Presidente del GAL Valle d’Itria, Giannicola D’Amico “Sono occasioni privilegiate per la condivisione di best practice legate alla capacità di tutelare e valorizzare il bene più prezioso per una terra che ha fatto della viticoltura la punta di diamante dell’economia locale”.
Cinque le cantine visitate e numerosi i relatori incontrati: Lorenzo Berra, Direttore della Fondazione Agrion, Giacomo Pondini, Direttore del Consorzio per la tutela dell’Asti, Daniele Eberle, Vineyard Consultant, Andrea Ferrero, Direttore del Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Davide Viglino Direttore Generale della Associazione Vignaioli Piemontesi e Savio Daniele, responsabile della azienda Le strette di Novello.
Un momento di apprendimento pratico su buone prassi realizzate dagli operatori agricoli piemontesi in termini di innovazioni legate alla filiera dell’uva con un approfondimento specifico sul miglioramento della qualità del prodotto, su modelli di valorizzazione delle tipicità varietali, sul tema della sicurezza delle produzioni locali e sul tema della cooperazione in agricoltura come strumento per il miglioramento della redditività delle imprese.
“Si torna a casa con tanti spunti di riflessione sapendo che solo insieme, facendo rete, potremo trovare le risposte, con la volontà di avviare un dialogo che porti frutti concreti, che veda intorno allo stesso tavolo tanto i viticoltori quanto i decisori pubblici perché l’obiettivo che si intende raggiungere è ambizioso ma necessario” ha dichiarato uno dei partecipanti a conclusione della iniziativa.