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Taranto: tangenti in Marina, il piano anticorruzione firmato dall’ufficiale ora in carcere Giovanni Di Guardo raccomandò massima diffusione del documento presso il personale. Arrestato a metà settimana per una mazzetta, in flagrante

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Piano triennale per la prevenzione della corruzione 2015/2017 Ministero della Difesa – Marina – Massima diffusione presso tutto il personale militare e civile.
Si intitola così il protocollo numero 99 del 23 ottobre 2015, direzione commissariato Marina militare-Taranto. Ordine di servizio (diffuso da notizie Tiscali) firmato da Giovanni Di Guardo. Arrestato a metà settimana con l’accusa di corruzione. Di Guardo era stato mandato a capeggiare Maricommi, a Taranto, perché non ci fossero più casi di corruzione, dopo gli arresti di due anni e mezzo fa.
Nel suo piano anticorruzione, fea l’altro, Di Guardo dispkneva che tutti fossero a conoscenza e applicassero, specificamente, le norme contenute nel codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Voleva che il capo sezione Affari generali organizzasse “una serie dedicata di conferenze a favore di tutto il personale civile e militare con cadenza quindicinale con lo scopo divulgativo dei principi normativi sull’integrità”.
Ora è in carcere, Di Guardo. Accusato di ciò che anche con documento a sua firma, doveva combattere: corruzione. Accusato di avere incassato una tangente per un appalto da undici milioni di euro. In carcere anche chi, secondo l’accusa, ha pagato: l’imprenditore Vincenzo Pastore, sindaco di Roccaforzata. In carcere da ieri sera, arrestata dalla Guardia di finanza, un’altra ufficiale della Marina militare: Francesca Mola, 31enne di Crispiano, tenente di vascello, responsabile contratti di Maricommi. Stretta collaboratrice del capitano di vascello 56enne Giovanni Di Guardo. Complice nella corruzione, secondo l’accusa.


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