Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe:
E siamo a 14 aggressioni dall’inizio dell’anno da parte di detenuti avvenute nel carcere di Foggia , perlopiù psichiatrici, che si scagliano senza alcuna pietà contro i poliziotti penitenziari inermi che non possono nemmeno difendersi in maniera adeguata , poiché verrebbero subito denunciati per violenza e tortura. I fatti: nel pomeriggio di ieri 17 novembre , su richiesta dello psichiatra in servizio al carcere di Foggia , un detenuto di origini foggiane di anni 31 con problemi psichiatrici, verso le 16 circa veniva accompagnato presso l’ospedale di Foggia. Una volta giunti in ospedale il detenuto sarebbe stato ospitato in una stanza appartata per non creare problemi alle persone presenti nel pronto soccorso, in attesa dello specialista per la visita. Poco dopo arrivava lo psichiatra dell’ ospedale che poneva alcune domande al detenuto che invece di rispondere, incominciava ad inveire contro lo stesso cercando di colpirlo con un asta per la flebo presente nella camera. Prontamente e coraggiosamente intervenivano in maniera passiva i poliziotti presenti che, si interponevano tra i due al fine di evitare che venisse colpito il sanitario. Purtroppo l’asta andava a colpire due poliziotti che riportavano contusioni sulla schiena con prognosi di alcuni giorni. Nel frattempo intervenivano gli altri poliziotti presenti che con correttezza e professionalità riuscivano a bloccare il detenuto, nonché riportare sotto controllo situazione. Questa ennesima aggressione dimostra come sia fallita la gestione sanitaria dei detenuti psichiatrici da parte dell’ASL di Foggia, nonché la politica nazionale che ha voluto la chiusura degli ospedali psichiatrici ma che non ha offerto alcuna alternativa, se non le REMS che dovevano gestire, ma che nei fatti non sono adeguate. Per cui i detenuti con problemi psichiatrici sono poco curati se non abbandonati nelle sezioni detentive a stretto contatto con gli altri detenuti, a cui creano enormi problemi che debbono poi essere risolti dai poliziotti in servizio, a cui non spetta questo compito e non hanno alcuna preparazione tecnica. Ormai la delegittimazione dell’unico baluardo a garanzia delle Istituzioni nelle carceri, ha ingenerato nei detenuti la convinzione che possono fare tutto quello che vogliono, con arroganza e prepotenza, mentre i poliziotti che cercano di far rispettare le leggi e la legalità sono sottoposti, giornalmente, a minacce, aggressioni verbali e di fatto. Purtroppo tutto ciò accade anche perché un istituzione voluta da un certa politica quali i “garanti dei detenuti”, (un doppione visto che la legge già prevede da anni un “vero garante dei detenuti” che è il magistrato di sorveglianza,) non si preoccupano di verificare in maniera corretta quello che effettivamente accade nelle carceri, ma fanno solo da cassa di risonanza per i detenuti, con lo scopo di affossare del tutto la sicurezza e l’Istituzione carceraria. Proprio per questo il SAPPE non ci sta più, e dopo varie riunioni con i poliziotti di Foggia che non c’è la fanno più , sta organizzando una manifestazione di protesta molto eclatante , poiché non più possibile lavorare in grave carenza di organico ed in forte pericolo tra l’incudine dei detenuti sempre più violenti e prepotenti, ed il martello dell’amministrazione penitenziaria pronta a colpire qualsiasi comportamento di difesa, adottato per riportare la legalità ed il rispetto delle leggi.