Alle dieci e mezza davanti allaa sede della banca la manifestazione degli azionisti, indetta sin da prima del commissariamento della banca popolare di Bari. L’istituto è commissariato e per il suo salvataggio il governo ha varato un decreto da 900 milioni di euro. Inoltre sono aperte inchieste.
Di Pietro Andrea Annicelli:
«Un’intera classe dirigente, con poche eccezioni, ha girato la testa dall’altra parte». La considerazione, amara e severa, è di Lino Viola, docente di Economia e Management delle Amministrazioni Pubbliche all’Università del Salento. «C’è il rischio di perdere in fretta tutta quella considerazione che la Puglia ha ricevuto in questi anni principalmente grazie all’intelligenza e all’amore dei pugliesi per la loro terra».
Banca Popolare di Bari, Ilva, xylella: la Puglia sembra sotto assedio.
«La situazione critica della Popolare di Bari ce l’aspettavamo da un momento all’altro. Il commissariamento non ha fatto altro che sancire una condizione problematica che si trascinava da tempo, nonostante la buona volontà del professor Gianvito Giannelli i cui sforzi gestionali si sono scontrati con una situazione sostanzialmente irrimediabile. C’è un quadro generale critico e allarmante nel quale in Puglia, dove emergevano diverse buone pratiche, si stanno rivelando paurose inefficienze. La più grave è il siderurgico a Taranto, la cui situazione è stata gestita male dall’inizio ed è continuata peggio. Poi abbiamo la xylella, la Gazzetta del Mezzogiorno in crisi, il gasdotto Tap fermo: sono vicende per le quali pagheremo delle conseguenze».
L’elenco è completo?
«Niente affatto: penso alle politiche di sviluppo rurale, con l’agricoltura pugliese di fatto commissariata dall’Europa. E all’ipotesi che i vertici dell’Acquedotto Pugliese aprano ai privati attraverso la costituzione d’una newco preposta al controllo e alla gestione delle reti idriche: che cosa fa la Regione Puglia, socio unico dell’Acquedotto? E che cosa fa con Aeroporti di Puglia per quella che appare anch’essa una prospettiva di privatizzazione?».
Che cosa dovrebbe fare?
«Agire con trasparenza e capacità di dialogo con gli stakeholders, cioè i cittadini. Non entro nel merito, per cui non discuto se le proposte di privatizzazione siano giuste o sbagliate: m’interessa il metodo. Siamo alla conclusione della legislatura regionale: è opportuno discutere ora della quotazione in borsa di Aeroporti di Puglia e della newco sulle reti idriche dell’Acquedotto Pugliese? Si tratta di scelte che richiedono analisi, capacità da parte delle istituzioni di dialogo e di confronto, apertura verso i territori. Si propongano in campagna elettorale e ci si confronti con il voto degli elettori. Le scelte e le decisioni potranno venire soltanto dopo».
Invece?
«Invece c’è un brutto clima generale per il quale non mi sorprende che nessuno si sia messo di traverso per dire la sua in questi anni. Così come non mi sorprende che in questi giorni nessuno s’interroghi abbastanza su come sia stato possibile arrivare al punto in cui siamo. La verità è che non si può andare sempre dietro alla pancia della gente per intercettarne il consenso facile. Essere classe dirigente significa anche non voltare la testa rispetto ai problemi».
Come valuta l’intervento del Governo rispetto alla Banca Popolare di Bari anche in considerazione della possibilità, sostenuta dal premier Giuseppe Conte, di realizzare una grande banca per il Mezzogiorno?
«Mi sembra un atteggiamento di grande responsabilità. Il Governo, non lo dimentichiamo, sta stanziando novecento milioni di euro, una cifra significativa, per salvarla. Trovo anche giusto che si dia impulso a una banca che supporti l’imprenditoria del sud con regole trasparenti e una gestione non personalistica. Il Governo non sta intervenendo per salvare gli azionisti, ma l’intera economia del territorio. Si tratta, quindi, d’un interesse pubblico».
Sarebbe opportuno uno stanziamento economico anche della Regione?
«Assolutamente no. Non si tratta di salvare una banca regionale, ma fare una banca per il sud e indirizzarla fino a farla muovere nel mercato con le sue gambe. La Regione pensasse piuttosto alle altre questioni rilevanti che ho menzionato».