Lo scrittore Mario Desiati in lizza per il Premio Strega 2022 con “Spatriati” (Einaudi, 2021). 44 anni, un amore viscerale per Martina Franca, la città dove è cresciuto, potrebbe essere il terzo autore pugliese ad aggiudicarsi il più importante riconoscimento letterario italiano. L’ultimo in ordine cronologico a centrare il successo è stato il barese Nicola Lagioia, nel 2015, con “La ferocia” (Einaudi), prima di lui c’era riuscita, nel 1995, solo l’attivista politica foggiana Mariateresa Di Lascia con “Passaggio in ombra” (Feltrinelli), edito dopo la sua prematura scomparsa.
Alessandro Piperno presenta Desiati così: «Sono pochi gli scrittori italiani contemporanei che abbiano saputo imprimere al proprio itinerario letterario una coerenza così implacabile- afferma il trionfatore dello Strega 2012 con “Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi”-. Dai tempi lontani ha saputo restare fedele al suo mondo con un’ostinazione sorprendente. Ecco, a mio giudizio, “Spatriati” è il suo libro migliore, il fiore della maturità, quello in cui i temi, le atmosfere e lo stile raggiungono una sintonia incantevole. C’è qualcosa allo stesso tempo di magico e sinistro nel pezzo di Puglia dove nascono, vivono e soffrono i personaggi di Desiati- prosegue Piperno- quasi tutti provenienti dalla piccola borghesia rurale. Rivelano un’inquietudine fatta di slanci romantici e appetiti sessuali, da un amore complicato per la terra d’origine e un desiderio altrettanto complesso di fuggire verso metropoli violente e inospitali». La sua prosa è un crocevia di registri deliberatamente antitetici: lirismo e causticità, sentimentalismo e ferocia. Per ottenere questi effetti, Desiati mescola con mano sempre più salda forbitezza letteraria e inflessioni colloquiali, talvolta persino dialettali ma senza mai inciampare nel pittoresco. Occorre sottolineare che questo impasto linguistico consente a Desiati di scrivere scene di sesso straordinariamente plausibili, e per questo persuasive e mai ridicole».
Il giornalista e scrittore Pierluigi Battista su “HuffPost” ha definito “Spatriati” «un termine bellissimo. È il titolo del romanzo che Mario Desiati ricava dal dizionario martinese-italiano (nel senso di Martina Franca, Valle d’Itria, cuore della Puglia) è che si differenzia dal più convenzionale “espatriati”, ben più di una semplice “e” iniziale. Lo “spatriato” del romanzo (“sparpagliato, disperso, incerto”)-secondo Battista -è chiunque di noi, magari non essendone consapevole, si senta senza patria esistenziale, sempre un po’ fuori posto, irregolare nell’animo, dentro la vita sociale sì, ma sempre con qualcosa che resta irrisolto, dubbioso, senza ancoraggio saldo».