Di seguito un comunicato diffuso da Rosa D’Amato, deputata al parlamento europeo:
“Se il Comune di Taranto ha intenzione di dimostrare coerenza, dimostri con i fatti l’opposizione al progetto Tempa Rossa chiarendo i termini delle sue delibere ed impugnando l’ultimo provvedimento del ministero dell’Ambiente. Servono gesti forti e concreti per dire a tutti che Taranto ha bisogno di alternative che non siano acciaio e petrolio, e va fatto subito”. Così l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, commenta la decisione del Tar del Lazio di respingere il ricorso presentato per annullare il decreto di compatibilità ambientale del 27 ottobre 2011 relativo al progetto di Tempa Rossa.
All’interno dell’ordinanza si legge che non esistono né sufficienti presupposti né il pericolo derivante dal ritardo per applicare la sospensione del decreto, citando le conclusioni della Commissione europea in relazione alla petizione presentata al Parlamento europeo dall’Associazione Legamjonici, e della deliberazione del Consiglio Comunale n. 123 del 5 novembre 2014, con cui è stata adottata la variante al P.R.G. con espressa “esclusione delle opere che interessano gli interventi di Tempa Rossa.
“In ragione della motivazioni del ricorso presentato – dice D’Amato – è bene precisare che le conclusioni della Commissione europea a cui si fa riferimento probabilmente si riferiscono a quelle contenute in merito alla informazione del pubblico e alla sua partecipazione, non già alla applicazione integrale della direttiva Seveso (che, comunque a breve sarà sostituita), tanto è vero che l’inciso ‘la realizzazione e l’attività del progetto sono subordinati all’adozione del rapporto di sicurezza e del nuovo piano di emergenza esterno nonché alla loro notifica al CTR, che dovrà redigere un parere tecnico finale. Come riportato nelle precedenti comunicazioni, il gestore non ha ancora notificato il rapporto di sicurezza finale sul progetto di ampliamento ‘Tempra Rossa’ (sic!), e quindi non è possibile fornire alcuna indicazione riguardo all’adozione di modifiche al piano di emergenza esterno’ fa chiaramente intuire che l’attenzione della Commissione Europea sulla questione è ancora alta”.
Ma se in Europa l’attenzione sul progetto è massima, cosa accade al Comune di Taranto? “Il Tar – continua D’Amato – citando la deliberazione del Consiglio Comunale novembre scorso, fa chiaramente intuire che rimane di fondamentale importanza il ruolo che quest’ultimo ricopre nell’ottica di definire finalmente con coerenza il no al progetto, anche alla luce dell’ultimo colpo di mano del ministero dell’Ambiente, il quale autorizza a costruire parte del progetto utilizzando una quantomeno discutibile interpretazione sul rispetto delle prescrizioni. Per questo – conclude l’eurodeputata tarantina – il Comune sia coerente e si opponga una volta per tutte a questo ulteriore scempio alla città”.