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“Apricena merita il titolo di patrimonio dell’umanità” Nota indirizzata alla commissione nazionale Unesco: candidatura, "da noi i primi uomini d'Europa"

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Di seguito il comunicato:

«Far cambiare il nome di Europa con quello di Apricena e far chiamare gli europei con il nome di apricenesi non sarebbe certamente possibile, ma far candidare la città di Apricena alla lista dei Patrimoni dell’Umanità è il minimo che si possa fare, dato che proprio ad Apricena sono state rinvenute le tracce del più antico uomo europeo, risalenti a un milione e mezzo di anni fa».

A dichiararlo, nel maggio del 2023, fu Alfonso Masselli, responsabile delle relazioni esterne del gruppo industriale Stilmarmo (da sempre impegnato nella valorizzazione a livello mondiale della Pietra di Apricena), che, con una nota indirizzata alla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, lanciò la proposta di candidare la seconda capitale italiana del marmo a patrimonio mondiale dell’Unesco.

Ad Apricena l’inizio del popolamento europeo

Antonio Potenza, sindaco di Apricena, ieri ha dato il benvenuto nel suo staff a Natalia D’Avena, dottore di ricerca in storia e storiografia dell’età classica nonché docente di latino e materie letterarie.

Nello specifico la studiosa apricenese si occuperà di coordinare le attività di candidatura della città di Apricena a patrimonio dell’Unesco.

I presupposti, per l’iscrizione del locale sito archeologico “Pirro Nord” nella lista propositiva nazionale (con cui si avvia la candidatura di un bene a patrimonio mondiale), sembrerebbero esserci tutti.

La prima segnalazione di fossili continentali nell’area delle cave di Apricena, da parte di paleontologi olandesi, risale, infatti, ai primi anni ’70 del secolo scorso. Successive campagne di studio e recupero sono state condotte da ricercatori delle Università di Firenze e di Roma “La Sapienza” e, in anni più recenti, delle Università di Torino e Ferrara. Le ricerche degli ultimi anni hanno portato all’inatteso ritrovamento di manufatti prodotti dall’uomo preistorico all’incirca 1,5 milioni di anni fa.

Il sito archeologico “Pirro Nord” di Apricena oggi rappresenta la più antica testimonianza dell’arrivo dell’uomo preistorico in Europa, uomo che troviamo circa 1,8 milioni di anni fa alle porte dell’Europa, in Georgia, e successivamente in Italia, Francia e Spagna.

Nel sito apricenese sono stati ritrovati i prodotti dell’attività strumentale dell’uomo preistorico: alcune “schegge” in selce, dal margine molto tagliente, probabilmente utilizzate per il trattamento delle carcasse animali, e dei “nuclei”, ovvero blocchi di materia prima da cui venivano staccate le “schegge” tramite la percussione con un ciottolo in pietra dura. Strumenti che consentono di testimoniare come l’uomo preistorico fosse già in possesso di un comportamento tecnologico complesso.

La presenza dell’uomo in questa epoca ad Apricena avvalora l’ipotesi di un suo arrivo da Est, attraverso il cosiddetto Corridoio Levantino, e non dall’Africa nord-occidentale, come fino a qualche tempo fa si riteneva sulla scorta dei fossili spagnoli, di apparente derivazione nordafricana.

Della scoperta si sono occupate le più prestigiose riviste scientifiche, tra cui la tedesca Naturwissenschaften e l’edizione italiana del National Geographic.

Tutto il mondo deve conoscere le origini d’Europa

«Tutto il mondo deve sapere dove ebbe inizio il popolamento dell’Europa» sottolinea Alfonso Masselli, che dallo scorso settembre è uno stretto collaboratore del Sindaco di Apricena

Per Potenza e Masselli non ci sono dubbi. «Serve anche il turismo culturale, di tipo intercontinentale, per il rilancio sostenibile della provincia di Foggia».

«Apricena, con il suo inestimabile patrimonio culturale, può fare la sua parte e la farà fino in fondo. Siamo già al lavoro per renderla meta di studio e di turismo internazionale» concludono.


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