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Nel calcio, oltre ai risultati delle partite, falsa pure la concorrenza fra le tv? Indagine dell’Antitrust La giornata apertasi con le decine di arresti per le scommesse è proseguita con l'inchiesta sui diritti di trasmissione per il campionato di serie A

pallone manette

C’era una volta la partita che iniziava da zero a zero e finiva secondo quanto accaduto sul campo di calcio. C’era una volta, perché ora è sempre più concreto il rischio di andarsi a sedere allo stadio e assistere a una cosa il cui esito è stato stabilito altrove, al puro scopo di far girare quantità enormi di denaro. L’ennesimo caso del calcioscommesse con i cinquanta arresti di oggi ne è la testimonianza di cui non c’era proprio bisogno. Rischi di andare allo stadio a vedere un film, invece diuna partita, insomma. Rischio che corri anche guardandotela in tv, naturalmente. Ma con la tv corri un altro pericolo: quello, emerso oggi con l’altra inchiesta di una giornata che dà un quadro squallidissimo del pallone italiano, quello si diceva, di avere subìto una cosa falsa pure dalle parti del telecomando. C’era una volta Nando Martellini, insomma. Oggi c’è la concorrenza e i diritti tv per far vedere le partite di calcio, si vendono. A centinaia di milioni di euro. Se li contendevano Sky e Mediaset ma secondo l’Antitrust, anziché essere concorrenti, alla fine si sarebbero messe d’accordo sottobanco, quelle due emittenti. Con la lega calcio e con l’organizzazione chiamata a valutare le offerte, non proprio ignare (secondo l’ipotesi d’indagine) di tale sottobanco. Insomma, qua rischia di essere tutto falso, dall’accendere la tv ad assistere al pallone. Che schifo. E che sensazione da deficienti, anche qui, da questo notiziario, commentare i risultati delle partite la domenica: a parlare di esiti di gare sportive iniziate da zero a zero e invece, chissà dove e chissà da quanto, era già tutto deciso prima. Per il nostro calcio è stata una giornataccia oggi.


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